Corpus et Salus

Il miracolo della lingua di Sant’Antonio. Per gratitudine fu eretta la Basilica

Fra i tanti miracoli, coi quali si compiacque Iddio glorificare il suo servo Antonio, è singolare quello della sua lingua. Per gratitudine al loro Santo, i Padovani gli eressero una magnifica Basilica ed un ricchissimo sepolcro, che accoglie il tesoro del suo corpo.

Trentadue anni dopo la sua morte, fu fatta la traslazione della salma. La lingua venne ritrovata così fresca, come se il Santo fosse allora spirato. Il serafico dottor San Bonaventura, Generale dell’Ordine Francescano, la prese nelle mani e, piangendo di commozione, esclamò: “O lingua benedetta, che sempre lodasti il Signore, e lo facesti lodare dagli uomini, ora si manifesta quanto tu sei preziosa dinanzi a Dio”.

La gloria terrena è come un fumo che s’innalza e svanisce, portato via dal vento. Anche durando a lungo, alla fine verrà la morte. Ma v’è una gloria duratura che ci compenserà del disprezzo patito, con un seggio regale: “Chi sarà vincitore – ha promesso Gesù – siederà con me nel mio regno” . Quale gloria! La medesima del Figliuolo di Dio. Sant’Antonio non cercò certo la gloria del mondo, e Dio, oltre che ricompensarlo con la gloria eterna del cielo, lo glorificò anche tra gli uomini con l’aureola dei prodigi.



Appena avvenuta la sua morte, innocenti fanciulli, percorrendo a frotte le vie di Padova gridavano: E’ morto il padre santo, è morto Antonio! E fu un accorrere da ogni parte al convento a venerare il suo corpo. Il giorno della sepoltura una folla enorme, con a capo il Vescovo col Clero e le autorità civili, fra inni, cantici e fiaccole innumerevoli lo accompagnarono alla chiesa della Vergine ove fu tumulato. In quel giorno moltissimi infermi, ciechi, sordi, muti, storpi, paralitici, riacquistarono la sanità al suo sepolcro; e quei che non si poterono accostare per la ressa della moltitudine, vennero guariti dinanzi alla porta del tempio.

Oggi pure S. Antonio vive nella mente e nei cuori, dispensando a tutti favori e miracoli, di preferenza ai miserabili, cui provvede generalmente col suo Pane dei poveri. Ed il nostro cuore cosa desidera? Non ci rincresca di imitare la sua vita umile, povera, immacolata e penitente, se gli vogliamo essere compagni indivisibili nella gloria del cielo.



Redazione Papaboys

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