Ha voluto indossare le scarpe sporche di terra rossa, il colore della montagna delle apparizioni ,per la prima passeggiata “ufficiale”, Cristian Filice, il 37enne malato di Sla, guarito a Medjugorie.
Pochi passi, fuori dalla sua abitazione a Piane Crati, in provincia di Cosenza. Ad accompagnarlo don Antonello De Luca, parroco del paese e testimone oculare di quanto accaduto il 26 settembre scorso.
L’uomo, ha deciso di parlare e raccontare quanto ha vissuto in una settimana che gli ha stravolto la vita. Un viaggio programmato insieme alla moglie “nell’anno della fede”. Tra le mani le foto scattate con Vicka, una delle veggenti, è lei che Cristian ha incontrato per prima, ed è a lei che ha chiesto “preghiere per la moglie e per i figli”.
La donna abbracciandolo gli ha detto: “ Voi state bene . Non vi preoccupate, so tutto” “ Ho sentito una cascata dentro di me, come una liberazione”. Il giorno dopo in programma una escursione naturalistica alle cascate Kravice.
Cristian in carrozzella non ha potuto seguire il gruppo e si è fermato nel punto di sosta dove ha incrociato un vecchio. “Indossava una maglietta rossa e mi ha accarezzato il viso, un gesto di tenerezza, ho pensato che forse aveva un figlio nelle mie stesse condizioni. Invece scopro che fino a due anni prima anche lui era completamente paralizzato.”
Un miracolato “ L’anziano mi si è avvicinato e mi ha detto: lo sai che la notte scorsa è stata la notte dei miracoli? Vedrai ci sarà il risveglio ed allora ti ricorderai di Giuseppe” .
“ Non l’ho più visto”. Cristian accompagnato dai sacerdoti e dalla famiglia è tornato in albergo. Il giorno successivo si è preparato per l’Adorazione Eucaristica.
Sa che non potrà salire al monte delle apparizioni, nelle sue condizioni non è possibile. Sullo spiazzale della chiesa di San Giacomo durante la funzione religiosa piange copiosamente. “E’ in quel momento che ho compreso.
Sentivo una voce dentro che mi spingeva a salire sul monte. Mi ha indicato come, dove e con chi . Quella sera, al termine della celebrazione una stella, come una cometa ha attraversato il cielo, l’abbiamo vista tutti”.
Le gambe fredde, non si muovevano. Francesca, la moglie, Don Antonello, un altro sacerdote e l’autista del bus, nel primo pomeriggio di giovedì 26 settembre hanno spinto la carrozzina di Cristian fino all’inizio della salita.
Sono le 14 quando lui si alza e comincia a camminare “ sentivo la forza nelle gambe, andavano spedite. Sono arrivato fino al punto dove sorge la statua della Vergine, è lì che mi sono fermato. Poi sono tornato indietro”.
Oggi Cristian gioca con i bambini. Nella stanza in cui dormiva attaccato al respiratore restano le sedie a rotelle “il mio parco macchine” le chiama. Sul comodino, il deumidificatore. Riposto in una scatola il respiratore.
“ I medici parlano di notevole miglioramento. Impossibile nella Sla”. Gli esami clinici non sono terminati. “Voglio testimoniare che la preghiera è un’arma potente. “
“ Affidatevi a Dio, affidatevi alla Madonna, lo dico soprattutto per i malati, spesso disperati, che cercano risposte in chi non può dargliele, restando delusi”
“ Io continuerò a lottare contro la Sla, come ho fatto in questi anni”. Il telefono continua a squillare, lui risponde. Bussano alla porta, è un via vai di gente. Abbracci e lacrime, per un uomo che ha vissuto almeno due vite.
Fonte: Gazzetta del Sud
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