Emergono dettagli raccapriccianti sulla morte di John Allen Chau, sbarcato su una remota isola dellʼOceano Indiano. La verità nei diari del religioso, ritrovati dopo il tragico incidente. ‘Gesù vi ama’. Loro lo uccidono a colpi di freccia
Era stato ucciso da una serie di frecce su un’isola dell’arcipelago indiano delle Andamane, dagli indigeni che per legge vivono totalmente isolati dalla civiltà. Il missionario americano di 27 anni John Allen Chau, incontrando gli abitanti dell’isola di North Sentinel, aveva urlato: “Mi chiamo John, io vi amo e Gesù vi ama“, lanciando loro del pesce.
Lo sbarco di Chau sull’isola e l’aggressione –
I dettagli dell’aggressione emergono dai diari dello stesso religioso ritrovati soltanto adesso. John Allen Chau è stato attaccato dagli abitanti dell’isola una volta sbarcato illegalmente sulle rive di North Sentinel, raggiunta in kayak, con a bordo pesci e palloni, come si legge sul diario, i cui estratti sono stati pubblicati dalla stampa locale.
Al grido “Gesù vi ama” gli indigeni avrebbero risposto lanciandogli addosso frecce, una della quali ha trapassato la sua Bibbia. Chau è così tornato sulla barca di pescatori che l’aveva portato al largo dell’isola per trascorrere la notte e scrivere il suo diario. Il giorno dopo è ripartito per tornare nell’isola, dalla quale non è più tornato.
L’isola di North Sentinel, nella baia del Bengala, ospita il popolo sentinelese, che si ritiene conti circa 150 persone.
Per proteggere le sue tradizioni e la sua salute, stranieri e indiani non possono avvicinarsi a meno di tre miglia dall’isola. La tribù, che sembra viva sull’isola da 60mila anni, è notoriamente ostile agli estranei e nel 2006 uccise due pescatori la cui barca strappò l’ancora e si arenò sulle coste dell’isola. Un sentinelese fu ritratto in uno scatto mentre lanciava frecce contro un elicottero della Marina indiana venuto a controllare la situazione dell’isola dopo lo tsunami del 2004.
Chi era il missionario ucciso
Su Instagram, Chau si descriveva come un “esploratore collettivo rivolto all’esterno” e “un sopravvissuto a un morso di serpente”. Le autorità delle isole Andamane indiane hanno detto che Chau ha pagato i pescatori locali per portarlo al largo dell’isola. “Potete credere che io sia pazzo, ma penso che valga la pena di annunciare Gesù a questa gente” aveva scritto l’uomo in una lettera ai genitori. “Per favore non arrabbiatevi con loro o con Dio se vengo ucciso”, aveva aggiunto. “Non vedo l’ora di incontrarli attorno al trono di Dio venerandolo nella loro lingua come scrive l’Apocalisse 7:9-10”, continuava. I pescatori hanno visto gli indigeni seppellire i resti dell’uomo sulla spiaggia il giorno successivo, ha scritto alla madre un altro missionario in una e-mail citata dal Washington Post. “Credo che sia ancora vivo” ha affermato Lynda Adams-Chau in un breve messaggio al quotidiano. Alla domanda sul motivo di questa convinzione ha risposto “le mie preghiere”.
Recuperare il corpo un rebus per la polizia indiana
Il recupero del corpo è un rebus che la polizia indiana dovrà affrontare e per il quale ha già consultato esperti sul campo, antropologi ed esperti forestali e tribali. “Dobbiamo fare in modo di non disturbare la popolazione e il suo habitat. Si tratta di un’area estremamente sensibile e ci vorrà del tempo” ha detto il capo della polizia locale Dependra Pathak. Un elicottero e una nave sono in zona per determinare il posto esatto in cui si è svolto l’incidente, mantenendosi comunque a distanza dall’isola, e la polizia sta cercando di capire con gli esperti come gestire il recupero.
Dal momento che le autorità indiane si mantengono lontane da North Sentinel, non è chiaro quale possa essere l’iter giudiziario per l’assassinio di Chau. L’ong Survival International, che difende i diritti delle tribù, ha detto che la “tragedia” della morte dell’americano “non avrebbe mai dovuto accadere”. Le autorità indiane avrebbero dovuto far rispettare le protezione dei sentinelesi e della loro isola per la sicurezza degli isolani e degli estranei”.
fonte: TGCOM24