Corpus et Salus

Il mistero di Lina che partorì a 5 anni

Sì, è una storia vera, documentata e verificata. Nel 1938 la piccola Lina Medina aveva 5 anni quando i suoi genitori la portarono dal medico per un sospetto tumore allo stomaco, dopo aver cercato senza successo di scoprire con i guaritori del suo villaggio il motivo del “gonfiore” di cui soffriva la bambina. Quello che scoprirono i medici e i genitori, però, fu che Lina era incinta di 7 mesi.

Il caso incredibile è avvenuto in Perù ed è stato documentato dettagliatamente dal dottor Edmundo Escomel per La Presse Medicale. Oltre alla gravidanza, il medico riferì che il menarca di Lina era avvenuto a 8 mesi e che il suo seno aveva iniziato a svilupparsi a 4 anni. A 5, Lina già dimostrava un allargamento pelvico e una maturazione ossea avanzata.

Sono state le sue condizioni ormonali rarissime a permettere che a 5 anni, 7 mesi e 21 giorni Lina Medina diventasse la madre più giovane mai documentata dalla medicina in tutta la storia dell’umanità. Nonostante tutti i rischi, partorì con parto cesareo il 14 maggio 1939 – festa della mamma in Perù.

Il figlio, nato di 2,7 chili, fu chiamato Gerardo in onore del medico responsabile del parto, il dottor Gerardo Lozada.

Anche se fisicamente matura, Lina, che alla fine era solo una bambina, preferiva giocare con le bambole che prendersi cura del bambino. Gerardo era alimentato da un’infermiera e venne allevato da uno zio, credendo che Lina fosse sua sorella. Seppe la sua storia solo a 10 anni per via di alcuni episodi di bullismo a scuola. È cresciuto sano, ma a 40 anni ha perso la battaglia contro una malattia del midollo osseo. Non è mai stato confermato alcun legame tra la malattia e le circostanze della sua nascita. Gerardo è morto nel 1979.

Quanto a Lina, è cresciuta nella stessa miseria in cui era nata, senza alcuna assistenza da parte del Governo peruviano. È ancora viva e abita in un quartiere povero di Lima, la capitale del Paese. Nel 1972 si è risposata, e a 38 anni ha avuto un altro figlio. Oggi Lina ha 83 anni, e non ha mai rivelato il nome del padre del suo primo figlio.

La gravidanza può essere spiegata con lo squilibrio ormonale, ma l’identità dell’uomo che l’ha messa incinta a 5 anni è stata sempre un enigma. Il padre di Lina, Tiburcio Medina, è stato arrestato con l’accusa di stupro, ma è stato poi rilasciato in mancanza di prove.

I sospetti sono allora ricaduti su un fratello di Lina che soffriva di handicap mentale. Le autorità dell’epoca hanno anche avanzato l’ipotesi che la bambina fosse stata costretta a partecipare a rituali indigeni in cui orge e violenze erano comuni.

Umiliazioni e assurdità




Come se non bastasse lo stupro subìto e un iter di continua miseria, nel corso della sua vita Lina ha affrontato tremende umiliazioni.

Subito dopo aver partorito è diventata una notizia internazionale e ha iniziato ad attirare attenzioni inusitate da diverse parti del mondo. In uno dei casi più di spicco, si è arrivato a offrire mille dollari a settimana e il pagamento delle spese necessarie perché Lina e il figlio comparissero all’esposizione della Fiera Mondiale di New York.

Ci sono state anche proposte più degne, offrendo aiuto finanziario alla bambina e al suo bebè, ma lo Stato peruviano l’ha proibito dicendo che Lina e Gerardo correvano un “pericolo morale”. Il Governo ha istituito una commissione per proteggerli, ma sei mesi dopo li ha abbandonato alla propria sorte.

Dopo il parto, Lina ha trascorso undici mesi in ospedale, ed è riuscita a tornare in famiglia solo con l’autorizzazione della Corte Suprema.

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Nel 1972, quando si è sposata con Raúl Jurado e ha avuto il suo secondo figlio, Lina e il marito hanno subito un altro colpo: la casa in cui abitavano è stata espropriata e demolita dal Governo per fare spazio alla costruzione di un’autostrada. No sono stati indennizzati.

Varie persone hanno offerto loro aiuto e sostegno nel corso degli anni. Lo stesso dottor Lozada ha dato a Lina un impiego come segretaria nella sua clinica, e un altro medico si è attivato perché Lina ricevesse una pensione dallo Stato peruviano, in un processo longo, burocratico e doloroso.

Nonostante questo, Lina oggi abita nel quartiere di Chicago Chico, una zona povera e con un alto tasso di criminalità.

La sua storia, come quella di tante persone dall’iter sofferto, ha attirato purtroppo più curiosità che solidarietà.



Fonte it.aleteia.org

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