Secondo la nota inviata all’Agenzia Fides dalla Conferenza Episcopale Brasiliana, durante la riunione sono state prese in considerazione le sfide sociali legate alla Coppa del Mondo, come gli sfratti, lo sfruttamento sessuale, le pulizie delle città e gli aspetti religiosi. Si è quindi creato un gruppo di lavoro nazionale per coordinare i comitati diocesani, che ha deciso di stilare un calendario comune di attività, redigere un testo sulle sfide e le prospettive che coinvolgono la Chiesa per questo evento e preparare gli operatori pastorali per accogliere i turisti.
Proprio in questi giorni, a Brasilia, la stampa ha riportato le parole di Mons. Battisti: “un evento di tale ampiezza influenza la vita dei paesi che lo ospitano”. Basti pensare alle persone coinvolte nella costruzione delle infrastrutture o danneggiate per gli sgomberi forzati nelle aree vicine ai cantieri dei nuovi stadi. “La Chiesa non può tacere di fronte agli sgomberi, dobbiamo essere vicini agli sfrattati” ha dichiarato il Vescovo, ricordando anche i fenomeni indotti dell’evento, che non possono non interrogare la Chiesa: “aumenta il rischio della prostituzione, che interessa giovani ma anche bambini e bambine adolescenti, cosa peraltro che è già una realtà nel nostro paese”. Secondo dati pubblicati da Amnesty International, 19.200 famiglie sono state sfrattate con la forza a Rio de Janeiro dal 2009, quando il governo ha iniziato ad aprire i cantieri per infrastrutture, strade, parcheggi e altre opere considerate necessarie per la Coppa del Mondo e le prossime Olimpiadi.