Due comunità in lutto. La notizia della scomparsa di Monia Benato ha fatto in fretta il giro di Maerne, paese dov’era cresciuta e ancora risiede la sua famiglia, e Venezia dove abitava, ed è facile prevedere come all’ultimo saluto di oggi nella frazione di Martellago ci possa essere un’alta affluenza di fedeli.
Appena 31 anni per la commessa ma, soprattutto, un bimbo in grembo da cinque mesi, Edoardo, e tutta la gioia nell’aspettarlo, di vederlo nascere e crescere. Invece un aneurisma, successo mercoledì 8 febbraio a Sant’Elena dove risiedeva con il fidanzato Jacopo, ha fatto cambiare il destino delle cose sino a tre giorni fa, quando all’ospedale di Padova si è deciso di staccare la spina: non si potevano salvare né lei né il feto. Venezia e Maerne: se in Laguna c’erano il suo futuro e il lavoro, nel martellacense abitano i parenti e gli amici d’infanzia. Una vita trascorsa nei negozi in mezzo ai clienti, con il sorriso e la disponibilità; ora era dipendente in quello dell’abbigliamento di lusso Hermès, a pochi metri da Piazza San Marco, ma in precedenza era stata anche da Max Mara. E qui, le sue vecchie colleghe non l’hanno dimenticata. Anzi, la sua storia le ha toccate molto.
«Ci siamo conosciute dieci anni fa», dice la responsabile del negozio veneziano Stefania Tenderini, «e per me era diventata come una figlia. Qui è rimasta per cinque anni e siamo sconvolte per quanto le è accaduto. Faceva parte di un gruppo di dieci persone, aveva 20 anni quand’è venuta da me: si può immaginare come si fosse stretto un rapporto oltre il lavoro. Monia era una persona amica, solare, piena di vita. Siamo molto colpite, perché per me è ancora irreale, un dolore così forte».
Da Hermès, dov’era dal 2014, hanno fatto notare non solo la sua professionalità e gentilezza ma pure le sue doti umane, la facilità nei rapporti interpersonali e il modo di essere molto apprezzato dai clienti. Spostandoci di pochi chilometri, a Maerne, il dolore è altrettanto forte, così come l’incredulità di un destino che sembra quasi accanirsi: un anno fa la morte del padre Nello: da qui la speranza e il desiderio di avere un figlio.
«Lassù sarai una mamma speciale»; «che triste destino: non uno ma due angeli»; «Non riesco a capacitarmi di certe cose, ho il cuore gonfio di dolore»; «La vita è ingiusta molto spesso», «Che brutto destino» sono alcuni dei messaggi lasciati nei vari social network. Questo dimostra come Monia sia entrata nei cuori dei suoi compaesani, che l’avessero conosciuta oppure no, a cui si aggiungono: «Riposa in pace, ciao tesoro». «Dolore infinito», «Non ci sono parole»; «Non sono riuscito a conoscerla di persona ma sento e so di aver avuto la possibilità di conoscere una persona speciale», «In un attimo due vite; le parole lasciano il posto a un vuoto incolmabile», a cui si aggiungono poesie e pensieri di ogni tipo. Stamattina sarà il giorno del funerale, della commozione.
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