PUGLIA – LECCE – Un’intervista a tutto campo con monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, arcivescovo di Lecce. A proporla, nel numero in uscita, è il settimanale cattolico “L’Ora del Salento”, in occasione della solennità dei santi Oronzo, Giusto e Fortunato, patroni di Lecce. Quest’anno alcune tappe dell’Undena (16-27 agosto) vengono celebrate al di fuori del capoluogo perché, spiega mons. D’Ambrosio, “S. Oronzo è patrono di tutta la diocesi”, e “la processione nei paesi è più partecipata, è un cammino di preghiera; nella città, invece, è diventata una grande manifestazione che tutti vedono ma che pochi seguono”. Con riferimento alla crisi in corso, il presule afferma: “Non sappiamo quando, tuttavia sono fiducioso, passerà perché mi fido non tanto delle parole degli uomini ma della Parola di Dio”. Nel mettere in luce la solidarietà e la condivisione nella Chiesa e nella terra salentina, l’arcivescovo esorta a “vincere un po’ la paura del futuro, ma questo non può essere solo sforzo della Chiesa. La paura per il domani si vince solo se a livello concreto con l’ausilio di coloro che hanno il potere e il dovere di accompagnare la crescita e lo sviluppo delle comunità, impegnandosi veramente per creare situazioni in cui non vi è rifugio nel privatistico e nell’egoismo per garantirsi il minimo esistenziale”.
Mons. D’Ambrosio informa che in vista del Sinodo dei giovani è in corso di redazione un questionario da distribuirsi all’inizio dell’anno scolastico a tutti gli studenti ma anche ai meno giovani con molte domande sul futuro, gli studi universitari, la scelta di un lavoro. “Anche i piccoli tentativi che la nostra Chiesa sta facendo – osserva – in fondo proseguono su questo versante per offrire la possibilità di un lavoro, per aiutare i giovani a non pensare che il tutto verrà dall’alto, dal Governo o dalle istituzioni”, ma “soprattutto dall’inventiva propria di ognuno e dalla capacità di guardare oltre il presente” per trovare “una realizzazione sul piano occupazionale ed esistenziale”. Sui giovani che “fuggono” dalla regione dice: “Non si scappa! Ma è pur vero che di fronte ad una situazione in cui non trovi nulla e sei costretto ad aspettare e a fare la fame, non hai voglia di sentirti dire parole di condanna perché fuggi”. Per ricordare il ventennale della visita di Papa Wojtyla, sarebbe bello rileggere e riproporne il ricco magistero “leccese”, aggiunge. “Sarebbe oltremodo bello”, conclude, avere a Lecce Papa Francesco, ma “insistere su questo proposito nei riguardi di chi deve guardare alla Chiesa tutta sarebbe solo un atto di egoismo. Il Papa potrà seguirci ugualmente: ad esempio sarà coinvolto direttamente nel corso del Sinodo dei giovani”. Fonte: Agensir