Medjugorje

Mons. Pavel, il vescovo della ‘Chiesa del silenzio’, così parlava della sua Medjugorje

Mons. Pavel, il vescovo della “Chiesa del silenzio”, così parlava della sua Medjugorje.

Mons. Pavel Hnilica, era nato a Unatin (Slovacchia) nel 1921 ed è stato ordinato clandestinamente, prima sacerdote e poi Vescovo per la Chiesa perseguitata, chiamata “Chiesa del silenzio”.

Aveva 30 anni quando divenne Vescovo e, a causa della terribile dittatura comunista che aveva imprigionato tutta la gerarchia ecclesiale nel suo Paese, dovette fuggire nell’occidente.

La sua consacrazione episcopale venne resa nota da parte di Papa Paolo VI, proprio il 13 maggio del 1964, anniversario della prima apparizione della Madonna di Fatima, che
riveste nella vita personale e pubblica del Vescovo Hnilica un’importanza particolare.
Al messaggio di Fatima egli ha, infatti, dedicato tutta la sua vita sollecitando continuamente,
durante il suo apostolato, aiuti e preghiere per la conversione della Russia. Apostolo della profezia di Fatima.
Negli anni della guerra fredda, tempo in cui non si sospettava che l’impero dell’Unione Sovietica sarebbe un giorno non lontano scomparso, il Vescovo Hnilica ricordava a tutti l’importanza della profezia di Fatima ed in particolare della richiesta di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria per la conversione della Russia, che il Santo Padre Giovanni Paolo II realizzava il 25 marzo 1984.
In quello stesso giorno, aiutato dalle preghiere di Madre Teresa che gli era molto amica, Mons. Hnilica, di ritorno da Calcutta a Roma, potè fermarsi per due giorni a Mosca e compiere così in segreto la stessa  consacrazione recitata dal Papa a Roma, in spirito di collegiale unione con tutti i Vescovi.

Nell’intervista fatta da Marie Czernin per il mensile cattolico tedesco PUR , egli parla della sua conversazione con Papa Giovanni Paolo II su Međugorje

– Vescovo Hnilica, lei ha trascorso abbastanza tempo con il Papa Giovanni Paolo II ed ha avuto con lui molti incontri privati, ad esempio, quando è andato a trovarlo al Policlinico Gemelli poco dopo l’attentato del 13.05.1981. Ha parlato col Papa degli avvenimenti di Medjugorje?

Ho visitato il Santo Padre nel 1984. Ci siamo trovati a Castel Gandolfo, sua residenza estiva, è gli ho parlato della consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria da me fatta nella Cattedrale dell’Assunta a Mosca il 24.3 di quell’anno come chiese la Madonna a Fatima.

Quando dissi questo al Santo Padre, rimase molto colpito e disse: “La Vergine Maria ti ha guidato là sotto la sua protezione”. Io risposi: “No Santo Padre, Lei mi ha portato in braccio”. Poi mi chiese cosa pensassi di Medjugorje e se ci fossi stato. Gli ho risposto che il Vaticano me lo aveva sconsigliato.

Il Papa mi guardò e disse: “Vai a Medjugorje in incognito come sei andato a Mosca. Chi te lo può proibire?”. Il Papa non mi ha autorizzato ufficialmente ad andare, ma ha trovato un’altra soluzione. Il Papa mi mostrò un libro su Medjugorje scritto da Rene Laurentin. Cominciò a leggerne alcuni brani e sottolineò che i messaggi di Medjugorje sono in stretto rapporto con quelli di Fatima.  

“Medjugorje è la continuazione di Fatima. La Madonna appare per la prima volta in terre comuniste a causa dei problemi che vengono dalla Russia”, disse il Papa che aveva già preso questo come missione del suo Pontificato. Per questo ho capito il collegamento riguardo allo stesso tempo.

Dopo il colloquio col Papa ho visitato Medjugorje tre o quattro volte in incognito. Ma il Precedente Vescovo di Mostar mi scrisse una lettera in cui mi chiese di non visitare più Medjugorje; e che se avessi rifiutato lui avrebbe scritto al Papa stesso. Si vede che qualcuno lo aveva informato della mia visita. Invece io non avevo alcuna ragione di aver paura del Santo Padre.

– Ha avuto ancora occasione di parlare col Papa di Medjugorje?

Sì. Abbiamo parlato di Medjugorje il primo agosto 1988. Un gruppo di medici di Milano, che avevano esaminato i ragazzi, vennero in visita al Papa a Castel Gandolfo. Uno dei medici ricordò che il Vescovo di Mostar avesse reso difficile il loro lavoro.

Il Papa disse: “Poiché lui è il Vescovo di quella terra, dovete rispettarlo”. Poi continuò con tono accorato: “Ma lui risponderà a Dio se non ha agito correttamente”. Poi il Papa pensò per qualche minuto e disse: “Il mondo di oggi ha perso il senso del soprannaturale, ovvero, il senso di Dio. Ma molti lo riscoprono a Medjugorje attraverso la preghiera, il digiuno ed i Sacramenti”.

Per me personalmente questa è la più forte ed esplicita testimonianza su Medjugorje. Ciò che ha particolarmente e profondamente impressionato è che i dottori presenti avevano dichiarato “Non constat de supernaturalitate”, il Papa, al contrario, aveva riconosciuto molto tempo prima che gli avvenimenti in corso a Medjugorje sono davvero soprannaturali. Attraverso diverse fonti il Papa è arrivato alla convinzione che in quel posto si può sperimentare Dio.

– Non è possibile che molto di quello che si lega a Medjugorje sia inventato?

Qualche anno fa si tenne un incontro giovanile a Marienfrend e fui invitato. Un giornalista, durante l’incontro, mi domandò: “Vescovo, perché lei non crede che tutto quello che si lega a Medjugorje venga da satana?”

Risposi: “Sono un Gesuita. Sant’Ignazio ci ha insegnato come dobbiamo sapere discernere gli spiriti. Ma ci ha anche insegnato che ogni avvenimento può provenire da tre diverse fonti: dall’uomo, da Dio o dal diavolo”. Alla fine ha concordato con me che è impossibile spiegare umanamente ciò che avviene a Medjugorje.

Di fatto, ogni anno giovani normali vi si recano attirati in silenzio e dicono come si siano riconciliati con Dio. Medjugorje è chiamato il “Confessionale del mondo” perché né Lourdes né Fatima sono riuscite ad ottenere che una così grande massa di giovani si confessassero. Cosa accade nella Confessione?

Il Sacerdote libera il peccatore dal diavolo. Ho risposto al giornalista: “Certo, Satana è capace di molte cose, ma di una certamente no: è possibile che satana spinga la gente a confessarsi, proprio per liberarsi di lui?”. I giornalisti hanno sorriso capendo ciò che volevo dire. Perciò rimane Dio come unica fonte. In seguito ho riferito questo colloqui anche al Santo Padre.

– Come sintetizzereste i messaggi di Medjugorje? Cosa li differenzia da quelli di Lourdes e di Fatima?

 In tutti e tre i luoghi la Madonna ci invita alla penitenza, al perdono, alla preghiera. Sotto questo aspetto i messaggi delle tre apparizioni sono simili. La differenza è che a Medjugorje le apparizioni continuano già da 23 anni. L’intensità degli insegnamenti spirituali non è diminuita in tutti questi anni, risulta invece che un numero sempre più grande di intellettuali si converte qui.

– Molti non vedono come possibili i messaggi di Medjugorje, perché la guerra ha toccato queste regioni e perché risulta che i popoli si sono volti gli uni contro gli altri. Non è un posto di pace e non di conflitto?

Nel 1991 (dieci anni dopo il primo messaggio “Pace, Pace, Pace”, quando la guerra scoppio in Croazia, mi incontrai ancora una volta col Papa e lui mi chiese: “Come si possono spiegare le apparizioni di Medjugorje in mezzo alla guerra in Bosnia?”.  Davvero la guerra fu orribile. Ho risposto: “Si vede che siamo nella stessa situazione di Fatima.

Se la Russia si fosse consacrata subito al Cuore Immacolato di Maria, la Seconda Guerra Mondiale e la diffusione del comunismo e dell’ateismo potevano essere evitate. Santo Padre, subito dopo che Lei ha consacrato nel 1984 la Russia al Cuore Immacolato di Maria ci sono stati innumerevoli cambiamenti in Russia ed è iniziata la caduta del Comunismo.

La Madonna a Medjugorje aveva ammonito che sarebbe venuta la guerra se non ci fossimo convertiti. Nessuno ha preso questi messaggi seriamente. Forse se i Vescovi jugoslavi avessero accolto seriamente questi messaggi, ciò non sarebbe arrivato così avanti. Ma certo questo non avrebbe garantito il riconoscimento definitivo della chiesa, perché le apparizioni continuano ancora oggi”.

Allora il Papa mi disse: “Dunque, Vescovo Hnilica, è vero che il mio atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria è stato valido?”. Risposi: “Certo che è stato valido! L’unica domanda è quanti  Vescovi veramente abbiano fatto quell’atto di consacrazione in unione col Santo Padre”.

Perché è così importante che tutti i vescovi l’abbiano fatto in unione spirituale a quello fatto dal Santo Padre?

Questo esprime la collegialità della Chiesa, in altre parole, l’unione dei Vescovi col Papa, che conferisce all’atto un significato più profondo. Quando nel 1978 Karol Wojtyla è stato eletto Papa, gli ho fatto i miei auguri, ma gli ho subito detto che sarebbe mancato qualcosa al suo Pontificato se non avesse consacrato la Russia insieme a tutti i Vescovi. Lui mi disse: “Se riesci a convincere i Vescovi, lo farò già domani”.

Per questo dopo la consacrazione del 25.3.1984 mi chiese quanti Vescovi avessero concelebrato con me. Poiché non seppi rispondere alla sua domanda, il Papa disse: “Ogni Vescovo deve preparare la sua Diocesi, ogni Sacerdote la sua comunità, ogni padre la sua famiglia, poiché la Madonna ha detto che anche i laici devono consacrarsi al Suo Cuore”.

Fonte: medjugorje.hr

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