R. – Il vertice europeo vede piccoli passi di una Europa che è ancora incerta e paurosa di affrontare un dramma di migliaia di persone che sono sulle coste libiche, di 200.000 persone che sono arrivate in Europa lo scorso anno e di questi morti che ci lasciamo alle spalle. Piccoli passi perché, se è vero che sono state aumentate le risorse, che hanno raggiunto sostanzialmente la stessa somma che l’Italia aveva messo a disposizione da sola per Mare Nostrum e si lotta ancora contro i trafficanti con alcune azioni anche puntuali, si dimentica completamente una serie di aspetti che erano invece fondamentali e anche richiesti dall’Onu. Questi aspetti erano i canali umanitari e il rafforzamento di un numero sensibile più alto di accoglienza dei rifugiati nei diversi Paesi europei. E si dimentica ancora una volta il soccorso in mare. Credo quindi che da questo vertice abbiamo la sconfitta di un’Europa sociale e solidale di fronte al dramma delle migrazioni.
D. – Il ricollocamento degli immigrati avverrà su base volontaria da parte dei singoli Stati. Lei ha visto anche in questo vertice poca solidarietà europea?
R. – Abbiamo visto appunto un’Europa che è ancora un’Europa delle nazioni, delle singole nazioni, che ha paura di affrontare insieme un dramma che riguarda la sua sicurezza e la sicurezza del domani dell’Europa. C’è l’incapacità di stabilire anche un numero significativo di persone da accogliere in tutti gli Stati: si è parlato di 5.000 persone, una cifra assolutamente insignificante rispetto, ad esempio, all’annuncio che ieri ha fatto da solo l’Anci di accogliere nei comuni italiani 40.000 persone. Ecco, questo dice come non c’è la disponibilità di condividere insieme questo programma sociale, di solidarietà nei confronti dei richiedenti asilo, dei rifugiati.
D. – Per lei, il bombardamento dei barconi può essere una prima soluzione per contrastare il traffico di persone?
R. – Persone più esperte di me hanno detto come la distruzione dei barconi sarebbe una soluzione molto rischiosa, oltre che inconcludente e darebbe ancora una volta la sensazione di un intervento armato all’interno di un Paese che vive grandi tensioni e quindi provocherebbe ancora di più tensione nei confronti dei Paesi europei.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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