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Mons. Tomasi: Israele, uso sproporzionato forza; stop a razzi palestinesi

AFP3411518_GazaIl Consiglio Onu per i diritti umani ha votato ieri a Ginevra l’apertura di una inchiesta sulle violazioni compiute nella guerra a Gaza. La risoluzione è passata con 29 voti a favore, uno contrario, quello degli Stati Uniti, e 17 astenuti, tra cui tutti i Paesi dell’Unione Europea, compresa l’Italia. Durante i lavori è intervenuto anche l’osservatore permanente vaticano, mons. Silvano Maria Tomasi, che ha chiesto una tregua immediata per consentire l’ingresso di aiuti umanitari in favore della stremata popolazione di Gaza. Israeliani e palestinesi – ha detto il presule ai nostri microfoni – sono purtroppo “due mondi che non si parlano e che cercano di trovare la soluzione dei problemi attraverso la violenza che mai porta risultati”.

Sulla Commissione d’inchiesta, ascoltiamo lo stesso mons. Silvano Maria Tomasi al microfono di Sergio Centofanti della radio Vaticana:

R. – Certamente la Commissione dovrà esaminare l’uso sproporzionato della forza che viene fatto dall’esercito d’Israele, quando distrugge, come dice, per ragioni di difesa militare – ma di fatto distrugge – case di privati e attacca strutture sanitarie, bombarda famiglie. Devono anche essere con la stessa oggettività esaminati questi gruppi palestinesi, che controllano l’utilizzo dei missili lanciati verso la popolazione civile israeliana. Quindi, il compito di questa Commissione non sarà facile. Si sono decise altre Commissioni nel passato, che non hanno veramente portato molti risultati: fanno il loro rapporto che viene comunicato ai Paesi membri delle Nazioni Unite; si riflette su questi rapporti e sulle raccomandazioni che vengono fatte, però poi l’attuazione di queste direttive rimane sempre campata in aria. Manca, infatti, mi sembra, la volontà politica di arrivare a risolvere il problema alla radice, rispettando i diritti di tutti: i diritti degli israeliani di vivere nel loro Stato in pace e sicurezza, senza essere attaccati, e il diritto dei palestinesi di avere anche loro una vita degna e poter affermare la loro identità attraverso uno Stato.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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