In Siria il sedicente Stato islamico si avvicina a Damasco. I jihadisti hanno occupato gran parte del campo profughi di Yarmuk, simbolo della diaspora palestinese, alle porte della capitale. Intanto, sul fronte della guerra civile siriana, la città di Idlib è caduta nelle mani delle milizie islamiche anti-Assad, che hanno anche sequestrato un sacerdote greco-ortodosso. Quanto preoccupa la presenza dell’Is a Damasco? Giancarlo La Vella lo ha chiesto, per la Radio Vaticana, al nunzio apostolico in Siria, mons. Mario Zenari:
R. – Questo è quello che aggrava la situazione: il sedicente Stato Islamico, che è già presente da alcuni mesi all’Est e al Nord-Est del Paese, è anche vicino ad Aleppo; e poi c’è anche tutta la regione che si potrebbe dire “in fiamme”, visto quello che sta succedendo nello Yemen. Anche l’Iraq ha questi problemi della presenza del presunto Stato Islamico, e quindi si vede il fuoco che divampa qua e là in tutta la regione mediorientale …
D. – La situazione sembra complicarsi; ma rimane in piedi almeno un barlume di speranza?
R. – La speranza c’è sempre perché è la Provvidenza divina che guida la Storia. E sappiamo anche che Dio ha messo nel cuore dell’uomo la ragione e la ragione prima o poi fa riflettere di fronte a tutte queste distruzioni, di fronte a tutti questi morti, i feriti … le statistiche delle varie agenzie delle Nazioni Unite sono preoccupanti. Per quanto riguarda la Siria, per esempio, quattro siriani su cinque vivono sotto il livello della povertà, il 58% non ha lavoro … Prima o poi, credo che la ragione umana faccia riflettere e che si uscirà da questo tunnel: con l’aiuto di Dio e con la buona volontà tra siriani, e con l’aiuto della comunità internazionale.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana