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Monsignor Big Bang

Caro reverendo, le porgo le mie scuse. A suo tempo non le ho dato retta e questo è stato uno dei più grossi errori della mia vita”. Devono essere state più o meno queste, virgola in più, aggettivo in meno, le parole pronunciate da Albert Einstein, quando dovette riconoscere al suo scopritore, Georges Lemaître, che la teoria del Big Bang era credibile, e molto probabilmente esatta.

L’intuizione della “espansione dell’universo” e la formulazione della “Ipotesi dell’atomo primigenio”, fondata su alcune indagini dello stesso Einstein e più tardi denominata appunto “Teoria del Big Bang” (secondo cui l’universo ha avuto inizio in un determinato istante), si dovevano a un sacerdote cattolico belga, Georges Lemaître, fisico e astronomo. Nato nel 1894 a Charleroi, formatosi nel collegio gesuita della sua cittadina d’origine, quindi all’Università cattolica di Lovanio, per divenire prete ormai adulto nel 1923 a Malines, Lemaître era sempre stato attratto dai grandi principi e dalle regole cosmiche, giungendo ad acquisizioni scientifiche di altissimo livello, che lo porteranno a insegnare matematica, astronomia, meccanica quantistica, calcolo delle probabilità, teoria della relatività, oltre che in Belgio, all’Osservatorio astronomico di Cambridge e al Massachusetts Institute of Technology.

Nel curriculum di “monsignor Big Bang” figurano ricerche e pubblicazioni, diatribe scientifiche con i principali studiosi del suo tempo, riflessioni che andranno a lambire i campi delle verità bibliche e teologiche. Fino alle “scuse” del Premio Nobel per la fisica, nonché inventore della Teoria della relatività.

Esistono due vie per arrivare alla verità”, affermò Lemaître nel 1933 riferendosi alla religione e alla scienza, per concludere: “Ho deciso di seguirle entrambe”.

E proprio a don Lemaître, scomparso nel 1966, l’Agenzia spaziale europea ha intestato la navetta Atv5, lanciata questa notte, poco prima delle 2, dallo spazioporto di Kourou, nella Guyana francese, con il compito di portare acqua, alimenti, propellente e materiali per nuove ricerche alla Stazione spaziale internazionale.
Così ora il sacerdote-scienziato, figurativamente inviato nello spazio agganciato al vettore Ariane e alla navetta Atv5, sarà ancora più addentro a quel cielo cui aveva dedicato indagini coraggiose e pazienti.

Un Cielo, così lontano eppure così vicino, analizzato da uomo di cultura e invocato da uomo di fede. Forse anche per dimostrare che scienza e fede possono procedere tenendosi per mano.

Il lancio dell’Ariane V e del suo prezioso carico è avvenuto alle 20:47 (l’1:47 ora italiana) dallo spazioporto ESA di Kourou in Guayana francese, con uno slittamento di tre minuti rispetto alle previsioni. A seguire il quinto e ultimo viaggio del cargo europeo c’erano, tra gli altri, i vertici dell’ESA e il presidente dell’ASI Roberto Batttiston.

“Il lancio del quinto ATV, dedicato a George Lemaitre il padre della teoria del Big Bang, – ha commentato a caldo Battiston – rappresenta un altro successo dell’attività spaziale europea. L’Italia ha partecipato in modo determinante sia alla realizzazione del modulo ATV, con Thales-Alenia Spazio, sia dei propulsori a solido con AVIO. L’esperienza accumulata in questi anni sarà importantissima per lo sviluppo dei nuovi lanciatori e moduli per l’esplorazione planetaria del futuro”.

Il programma ATV – ha dichiarato subito dopo il lancio il Direttore generale dell’ESA Jean-Jacques Dordain – resta uno dei più grandi progetti spaziali e industriali mai concepiti in Europa“. “Ma l’avventura non finisce qui – ha aggiunto il Direttore del Volo umano di ESA, Thoma Reiter – perché la tecnologia degli ATV volerà ancora nello Spazio molto presto, dando un contributo fondamentale allo sviluppo del programma Orion della NASA”.

Un’ora circa dopo il lancio, l’ATV 5 si è separata dallo stadio superiore del razzo e un sistema di navigazione ad alta precisione lo ha guidato verso il rendez-vous con l’avamposto umano nello Spazio. Ad accogliere la navetta a 400 km di altezza l’astronauta dell’ESA Alexander Gerst, incaricato di monitorare le fasi di avvicinamento e di attracco del veicolo, e l’equipaggio della Stazione.

A bordo il più grande carico mai trasportato finora sulla ISS: 6.6 tonnellate di materiali, di cui 2620 kg di carico solido. Il veicolo spaziale europeo, che porta in nome dell’astronomo e cosmologo belga Georges Lemaître, rifornirà la crew della Stazione Internazionale di cibo, acqua, ossigeno e attrezzature di ricerca. Tra queste, diversi componenti destinati al levitatore elettromagnetico, un’apparecchiatura che consente la fusione e la solidificazione dei metalli in assenza di gravità.

Nei sei mesi in cui resterà agganciato al laboratorio orbitante l’ATV dovrà inoltre correggere la posizione orbitale della ISS. Al termine della missione la capsula con alcune tonnellate di rifiuti a bordo, verrà staccata e si distruggerà durante il volo di rientro a contatto con l’atmosfera. Gli ultimi momenti di vita dell’ATV Georges Lemaître saranno ripresi da una speciale telecamera dotata di una sfera protettiva in grado di preservare il dispositivo dalle alte temperature prodotte durante lo schianto.

Le ATV sono navette costruite tutte tra Germania e Italia, dalle aziende Eads Astrium e Thales Alenia Space. Dopo le navette Jules Verne (2008), Johannes Kepler (2011), Edoardo Amaldi (2012) e Albert Einstein (2013), quella intitolata a Georges Lemaître chiude il poker di veicoli europei dedicati al trasporto di materiale di rifornimento per la ISS: l’ESA infatti ha deciso di indirizzare i propri investimenti verso lo sviluppo del modulo di servizio della nuova capsula Orion della NASA.

A cura di Alessandro Ginotta, fonti:

per la biografia di Georges Lemaître Agensir
per il video del lancio ESA, Agenzia Spaziale Europea
per l’approfondimento sugli ATV: ASI Agenzia Spaziale Italiana

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