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Morto il 13enne intossicato a Milano. L’ultima telefonata alla mamma: “È tutto nero, non respiro”

È morto il ragazzo di 13 anni che ieri era rimasto gravemente intossicato durante l’incendio di un appartamento in via Cogne 20, a Milano. Alle 10.04 i medici dell’ospedale Sacco hanno dichiarato il decesso.

Il ragazzino – di origini marocchine – era l’unico in condizioni gravissime dei condomini soccorsi durante il rogo scoppiato al decimo piano della palazzina. Sono ancora in corso gli accertamenti per determinare le cause del rogo. Il 13enne viveva all’undicesimo piano, era solo in caso e sorpreso dal rogo, ha telefonato alla madre: “C’è fumo, è tutto nero, non respiro”.

“Quando siamo entrati in casa il calore era così forte che si sono sciolte le visiere dei caschi”. Basta questa frase riferita dai vigili del fuoco all’Ansa per capire l’inferno in cui si è trovato un ragazzo che era da solo in casa. Quando i soccorritori lo hanno portato via pensavano si trattasse di un adulto, perchè a 13 anni è già alto un metro e novanta. Ci sono voluti due carabinieri (tra cui il comandante della compagnia di Porta Magenta, Fabio Manzo), due poliziotti e due pompieri per trasportarlo giù.

Nel piazzale davanti al portone erano già stati evacuati tutti gli altri condomini, 42 persone di cui 27 controllate sul posto dai paramedici e risultate in buone condizioni. Altre 15 sono state accompagnate in vari ospedali della città, tra loro ci sono tre codici gialli e 12 verdi. Il più grave è il ragazzo che oggi non era andato a scuola, sembra, per un principio di influenza. Nel monolocale vive con la madre e le sorelle di 10 e 18 anni, tutte fuori casa all’ora dell’incendio. Il padre ha lasciato la casa da un paio d’anni.

Le cause del rogo sono ancora da accertare con chiarezza ma è certo che sia partito intorno alle 12 dall’abitazione di un condomino peruviano al decimo piano. La scintilla è partita dalla caldaia o dalla stufetta, le ipotesi sono varie ma domani i vigili del fuoco invieranno una squadra di tecnici per ulteriori accertamenti. Nel pomeriggio sono stati sequestrati i piani dal 10 al 12 perché la temperatura era troppo alta e non consentiva di poter eseguire verifiche. “Ho sentito delle urla e sono uscita sul pianerottolo – ha raccontato una 21enne sudamericana che vive al decimo piano -. C’era il mio vicino in stato di choc che gridava davanti alla porta aperta, ho visto che all’interno c’erano le tende in fiamme, proprio sopra una stufetta. Ho fatto in tempo a tornare indietro per recuperare mia sorella di 25 anni e il piano si è riempito di fumo. Abbiamo preso con noi il vicino e siamo scese”. Il racconto della testimone darebbe un’indicazione precisa sulle cause ma gli investigatori ritengono che la colpa possa essere della caldaia che si trova a pochissima distanza dalle tende.

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