Si è spento oggi a Praga il cardinale Miloslav Vlk: aveva 84 anni. Era malato di tumore. Il Papa – in un telegramma inviato al cardinale arcivescovo di Praga Dominik Duka – esprime il suo cordoglio ricordando “con ammirazione la sua tenace fedeltà a Cristo nonostante le privazioni e le persecuzioni contro la chiesa, come anche la sua feconda e molteplice attività apostolica animata dal desiderio di testimoniare a tutti la gioia del Vangelo, promuovendo un autentico rinnovamento ecclesiale fedele sempre docile alle ispirazioni dello Spirito Santo”.
Miloslav Vlk, ordinato sacerdote nel 1968, è stato perseguitato durante il regime comunista cecoslovacco. Costretto a esercitare clandestinamente il ministero, fece il lavavetri nel centro di Praga. Con la cosiddetta Rivoluzione di velluto e la caduta del comunismo nel 1989, cambia anche la sua vita. Nel 1991 San Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo di Praga e nel 1994 lo crea cardinale. Ma resta un uomo semplice e vicino alla gente. Condivide la spiritualità del Movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich. Nel settembre del 2009 accoglie Benedetto XVI a Praga. Riascoltiamo le parole del card. Vlk
alla vigilia di quel viaggio. L’intervista è di Sergio Centofanti:R. – Noi siamo un Paese in cui la fede cattolica, la fede cristiana, non è molto diffusa; la Chiesa è stata emarginata e lo è tuttora: siamo al margine! Nel periodo del controllo comunista, la maggioranza della Chiesa – soprattutto i laici – è rimasta passiva. E’ evidente, quindi, che il Santo Padre viene per rafforzare i fedeli: questo è il senso della sua venuta.
D. – Quali sono le sfide principali della Chiesa ceca, oggi?
R. – La Chiesa ceca, oggi, deve evolversi, aprirsi sempre più alla società, dialogare con essa perché ci sono – soprattutto tra i politici – tanti pregiudizi contro la Chiesa. E’ necessario mostrare attraverso il dialogo che i pregiudizi non sono veri.
D. – A 20 anni dalla caduta del comunismo, come è cambiata la situazione nel Paese?
R. – Politicamente, non c’è stato un grande progresso. Si è avviata una trasformazione economica, ma questa trasformazione si è fatta senza una base di valori. C’è tanta corruzione, non c’è una democrazia vera, seria, profonda.
D. – Lei ha vissuto la persecuzione comunista; per otto anni ha fatto il lavavetri a Praga. Come ricorda quel periodo?
R. – Per me – da un punto di vista spirituale – è stato un periodo molto forte, perché all’inizio avevo perso tutto: avevo perso la possibilità di svolgere pubblicamente il ministero sacerdotale, di predicare, di amministrare i Sacramenti e questa realtà mi ha portato a capire che Gesù Cristo è diventato Sommo Sacerdote sulla Croce, quando non ha potuto più muoversi, quando non ha potuto più benedire, quando non ha potuto più parlare. E io, in quel periodo, avendo perso tutto, mi sono sentito molto vicino a Gesù crocifisso e abbandonato e mi sono sentito veramente sacerdote. Per me è stata una grande grazia, perché ho scoperto di poter ritrovare Gesù, essere in contatto con Lui anche nel dolore, nelle situazioni negative – secondo le parole di Isaia nel capitolo 53, “l’uomo dei dolori”. In secondo luogo ho sperimentato la comunione con i fratelli, con i quali ho vissuto con Gesù in mezzo a noi, Gesù risorto – secondo la spiritualità focolarina – e questo mi ha sostenuto molto. Questa esperienza è stata molto, molto forte.
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