Il sacerdote salesiano è morto il 6 novembre a Hong Kong, a 102 anni. Ha vissuto per 48 anni in un villaggio di Coloane con un centinaio di lebbrosi. Ad essi ha offerto cure, dignità e la fede cristiana. Amico di p. Allegra e di altri missionari, ha ispirato l’impegno per i lebbrosi in Cina. Una vita donata al Signore per i poveri.
Hong Kong (AsiaNews) – Padre Gaetano Nicosia, amatissimo missionario salesiano è morto lo scorso 6 novembre a Hong Kong. Aveva 102 anni. Nella tarda mattinata di quel giorno p. Gaetano, che era lucido, ha chiesto ad una Piccola Sorella dei Poveri, di cui era ospite, di cercare un sacerdote per l’unzione degli infermi. Aveva capito che era giunto la sua ora. I confratelli sono accorsi al suo capezzale e il cardinale Joseph Zen ha celebrato la santa Messa, permettendo a p. Gaetano di ricevere l’ultima eucarestia poco prima della morte. Egli verrà sepolto presso il cimitero di san Michele a Macao il 14 novembre, dopo i funerali celebrati in cattedrale.
Qualche anno fa ha potuto incontrare papa Francesco, portato sulla carrozzella dal suo confratello, il card. Joseph Zen (v. foto 1 e 2).
Nicosia era conosciuto come l’angelo dei lebbrosi, e la sua storia sembra una pagina evangelica di altruismo, bontà e imitazione di Gesù. Chiunque lo incontrava, anche per pochi istanti, rimaneva colpito dalla sua bontà, gioia e sincero entusiasmo.
In un angolo remoto dell’isola di Coloane (Macau), esisteva un lebbrosario abbandonato da tutti. La disperazione era tale che alcuni, tra il centinaio di lebbrosi lì presenti, si uccidevano. Nell’agosto del 1963, il p. Gaetano Nicosia ha chiesto di trasferirsi proprio lì, trasformandolo in brevissimo tempo. Le case sono state ristrutturate, si è portata l’acqua potabile, la corrente elettrica e l’assistenza medica. E’ stata costruita anche una fattoria e officine per i vari mestieri. Il lavoro era retribuito. Il villaggio si è dato un Consiglio per le decisioni comuni. P. Gaetano viveva con loro, portando dignità, benessere e salute. E la fede cristiana. «Era un inferno – ha detto un lebbroso – ora è un paradiso; p. Gaetano è il nostro angelo”.
Nel 2012 e 2013, in vista di un libro e docufilm, ho intervistato a lungo p. Gaetano. Le citazioni che seguono si riferiscono a quella intervista. La sua storia mi ha commosso, e per questo desidero tributargli questo omaggio. Egli ha attraversato i drammi del ventesimo secolo, vivendoli da protagonista. Gaetano Nicosia era nato a San Giovanni La Punta (Catania), il 3 aprile 1915. Ha perso il padre, in guerra, quando aveva tre anni. «Mia mamma aveva 27 anni e non si risposò. Andava a Messa tutte le mattine e si dedicò a noi due piccoli». Il fratello Salvatore è morto pochi mesi fa all’età di 105 anni!
A San Giovanni La Punta era nato anche Gabriele Maria Allegra, il famoso francescano, ora beato, che ha tradotto la Bibbia in cinese. Gaetano e Gabriele Maria erano amici d’infanzia. Si sono ritrovati missionari a Hong Kong e a Macao. Amici fraterni per tutta la vita.
P. Nicosia è giunto a Hong Kong nel 1935: alcuni dei suoi compagni di noviziato, pochi anni dopo, hanno dato la vita nelle carceri comuniste cinesi. La costituzione fisica di Gaetano era gracile e il maestro dei novizi lo voleva rimpatriare. Gaetano si affidò al superiore, il valtellinese Carlo Braga: «Mi recai da lui in lacrime per impedire il rimpatrio. Mi guardò, mi ascoltò, e ebbe fiducia in me». Braga, il “don Bosco della Cina”, di cui è in corso la causa di beatificazione, è stato il padre di generazioni di salesiani.
Nel 1939 Nicosia è stato destinato all’orfanotrofio di Macao. Erano anni di guerra. A Macao arrivavano migliaia di rifugiati dalla Cina e da Hong Kong. La gente moriva di fame. «Nella nostra scuola avevamo 800 studenti. Il governatore ci concedeva una parte del riso che ogni venerdì arrivava dalla Thailandia. E così salvammo la vita dei i ragazzi».
Nicosia fu ordinato prete nel 1946 nella bella chiesa di san Giuseppe, a Macao. Seguì in Cina il vescovo Michele Arduino, il vescovo di Shaozhou (ora Shaoguan, nella provincia di Guangdong). Quella comunità cristiana risaliva a Matteo Ricci, che lì visse dal 1589 al 1595.
Erano anni di guerra civile, di disordini e di pericoli. Nicosia è stato espulso nel 1950, dopo la presa di potere comunista. Al “ponte della libertà” di Hong Kong è stato accolto da Ambrogio Poletti del Pime, il “portinaio della Cina”.
Dopo aver servito per 11 anni presso la scuola di San Luigi a Hong Kong, Nicosia era insoddisfatto. Voleva una missione con i più poveri, anzi con i lebbrosi, come aveva promesso a Gesù fin da ragazzo. Il superiore lo stava inviando presso un lebbrosario in Colombia, quando il vescovo di Macao chiese ai salesiani di fare qualcosa per il lebbrosario di Coloane.
Per Gaetano è stato un segno della Provvidenza. Per 48 anni, dal 1963 al 2011, ha vissuto con i lebbrosi. Nel 1970 furono dimesse 40 persone. Nicosia aveva trovato loro un lavoro, ma la gente evitava persino i familiari degli ex lebbrosi. E così, rifiutati dalle loro stesse famiglie, molti sono tornati al villaggio.
Al momento dell’arrivo di Nicosia solo una quindicina erano cattolici. Nicosia li ha portati tutti alla fede, attraverso le devozioni salesiane proposte con entusiasmo e amore. Ma soprattutto con la vita condivisa con loro. “La città della gioia” di Coloane ha commosso chiunque l’abbia visitata. Molte persone importanti, tra cui il p. Allegra, hanno sostato a lungo nel lebbrosario. Il gesuita Luis Ruiz e Lancelot Rodrigues, due famosi preti di Macao amici del lebbrosario, ispirati da Nicosia, hanno iniziato un’intensa opera a favore dei lebbrosi in Cina.
L’architetto Oseo Acconci vi ha costruito una bella chiesa intitolata a Nostra Signora dei Dolori. Il grande scultore Francesco Messina fece uno splendido crocifisso bronzeo che giganteggia ancora sul frontale dell’edificio sacro. Per la sua opera, Nicosia ha ricevuto onorificenze dal governo di Macau e dal presidente della Repubblica italiana.
Nel 2011 gli abitanti erano tutti guariti e molti reinseriti nella società come insegnanti, impiegati e professionisti. Il lebbrosario fu chiuso e il loro “angelo”, a 96 anni, dovette ritirarsi a Hong Kong.
Nel 2015, in una memorabile evento, è stato presentato il docufilm Father Nicosia, the Angel of Lepers, a cura di Angelo Paratico e Ciriaco Offedu, per far conoscere questo uomo straordinario. Il docufilm è stato poi presentato a Toronto e in diverse città italiane. L’anno precedente, presso la PIME House di Hong Kong, alla presenza del console italiano Alessandra Schiavo e del card. John Tong, p. Nicosia è stato celebrato con grande affetto da numerosi amici. Il suo emozionante intervento, ispirato da una fede e simpatia davvero fuori del comune, rimane nella memoria dei presenti come un evento unico e indimenticabile.
Asianews
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