Non basta che una canzone sia bella e orecchiabile per poterla cantare in Chiesa. Su regole, novità e proposte si discute a Roma sul convegno organizzato dal Pontificio Consiglio della cultura.
Musica a Messa: «Chi canta prega due volte»
Diceva sant’Agostino che «chi canta prega due volte». La musica e il canto sono da sempre legati alla preghiera. Nella Bibbia si invita spesso a cantare per ringraziare il Signore e si citano numerosi strumenti musicali (dal corno all’arpa, dal flauto al tamburo) che potevano servire ad accompagnare le celebrazioni. Ancora oggi la musica è una parte fondamentale delle celebrazioni della Chiesa, a cominciare dalla Messa.
Ma non tutto può essere cantato e suonato. Non basta che una melodia o una canzone sia bella oppure orecchiabile per essere eseguita durante l’Eucaristia. La regola è che la musica liturgica renda “gloria” a Dio e aiuti i fedeli a entrare in dialogo con il Signore. Proprio a “Musica e Chiesa” è dedicato un convegno di tre giorni organizzato dal Pontificio Consiglio della cultura a Roma dal 2 al 4 marzo.
Prima di tutto bisogna avere ben chiaro che la Messa non è un concerto a cui si assiste e non si applaude perché la musica è ben eseguita. E, infatti, l’esecuzione dei canti non è riservata soltanto al coro o ai solisti: durante la celebrazione i brani sono cantati dalle persone che partecipano perché tutti sono chiamati a pregare con la musica. Il coro, comunque, ha un ruolo fondamentale nella Messa dal momento che sostiene nei canti chi è presente alla liturgia.
Chi compone i brani per la Messa? Avere orecchio non è sufficiente e occorre essere un musicista. Importantissime sono le parole: la storia della musica ci regala brani straordinari in cui le parole della Bibbia sono state messe in musica. Del resto pensiamo ai Salmi che vengono letti dopo la prima Lettura durante la Messa: i Salmi sono poesie “musicali” della Bibbia che fin dalle origini potevano essere accompagnate dalla musica. Anche oggi durante la Messa il Salmo può essere cantato. Quando i testi delle canzoni per la liturgia non sono tratti dalla Bibbia, hanno bisogno che siano approvati dai vescovi per evitare gli errori. Molte sono le parti della Messa che vengono cantate: dal Gloria all’Alleluia, dal Santo al Padre Nostre. Poi ci sono brani che accompagnano alcuni momenti: il canto di inizio o finale, quelli per la Comunione. Ciò che conta è che la musica aiuti a contemplare lo “stupore” che viene dal cielo.
Marce nunziali: prima o dopo
Durante la Messa i brani musicali che vengono proposti devono seguire i diversi momenti della celebrazione e non tutto può essere cantato in ogni istante. Il primo canto è quello d’ingresso, ossia il brano che apre la liturgia quando il prete arriva all’altare. Poi possono essere cantati il Gloria, il Salmo, l’Alleluia. Altro momento della Messa che viene spesso accompagnato dal canto è l’Offertorio, cioè quando vengono portate al sacerdote le ostie e il vino che diventeranno il corpo e il sangue di Gesù. Ci sono, inoltre, il Santo e il Padre Nostro che in genere la musica esalta. Anche la Comunione è accompagnata da musica o brani cantati. E, dopo la benedizione finale, la Messa si può concludere con una canzone. Una celebrazione che viene considerata “celebre” per la musica è il matrimonio. Ma non tutti i brani sono liturgici, vale a dire adatti alla Messa. Pensiamo alla famosa Marcia nuziale scritta da Richard Wagner per la sua opera lirica “Lohengrin” che annuncia la prima notte fra gli sposi Lohengrin ed Elsa. Non è una musica religiosa: per questo non può far parte della Messa del matrimonio e può essere eseguita solo prima dell’inizio della celebrazione o al termine. Lo stesso vale per l’altrettanto famosa Marcia nuziale di Felix Mendelssohn Bartholdy che è tratta dalla composizione musicale “Sogno di una notte di mezza estate” ispirata dall’omonima commedia di William Shakespeare.
Grandi musicisti per composizioni liturgiche
La Messa ha ispirato grandi musicisti nel corso dei secoli. Da Giovanni Pierluigi da Palestrina a Wolfgang Amadeus Mozart, da Johann Sebastian Bach a Ludwig van Beethoven, sono stati numerosi gli autori che hanno messo in musica una celebrazione eucaristica. Le Messe in musica possono essere “brevis”, ossia di durata più corta, o “solemnis” per le grandi occasioni. Celebri anche le Messe “da requiem”, cioè per i defunti, come quella composta da Giuseppe Verdi e dedicata ad Alessandro Manzoni. A Roma si parlerà anche di questo durante il convegno “Musica e Chiesa: culto e cultura” che si tiene da giovedì 2 marzo a sabato 4 marzo e che è organizzato dal Pontificio Consiglio della cultura. Fra gli argomenti ci saranno quelli delle “nuove musiche” per la comunità cristiana, dell’importanza della funzione del coro e del ruolo del musicista, delle scuole di musica sacra.
Tamburo e bongo ma solo in Africa
Quali sono gli strumenti musicali che possono essere usati durante la Messa? Lo strumento che per la Chiesa è il più adatto alle celebrazioni liturgiche è l’organo. Si tratta dello strumento musicale più «tradizionale» il cui «suono è in grado di aggiungere un notevole splendore» e di «elevare potentemente gli animi a Dio». Per questo l’organo è presente in tante basiliche o chiese dove si vedono spesso le sue grandi canne sulle pareti. Comunque la Messa può aprirsi anche a strumenti legati alle usanze delle singole nazioni o dei diversi popoli. Ad esempio in Africa possono essere impiegati anche il tamburo e il bongo. In Italia si discute molto sull’utilizzo della chitarra durante una celebrazione. Considerato uno strumento “nobile” che è stato valorizzato da famosi compositori di musica classica, è oggi usato soprattutto dai giovani. Gli studiosi lo ritengono uno strumento più adatto ai brani per i cantanti solisti invece che a quelli eseguiti da grandi gruppi di persone come può essere appunto l’assemblea di una Messa o un coro liturgico. In ogni caso è importante che, se viene utilizzato durante una calebrazione, non sia “grattato” in malo modo come accade in troppe occasioni e che non serva ad accompagnare canzoni fuori luogo per una Messa come possono essere i brani di Sanremo o di musica leggera.
Fonte www.avvenire.it
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