Vivo a Napoli da dieci anni e non l’ho mai fatto! E come me nemmeno le persone che conosco.
Non è una prassi forzare un posto di blocco, e nemmeno i napoletani la vedono come una prova di coraggio e virilità.Il suo articolo continua, riporto testualmente, “Napoli una città che vive al di fuori della legge, i cui abitanti, anche quelli che non sono criminali, tengono abitualmente comportamenti che in altre parti d’Italia non sono tollerati. Peggio, spesso non sono subiti con fastidio ma accettati con compiacenza come un tratto caratteristico della città, un qualcosa di pittoresco da fare con orgoglio”.
Di questo passaggio non ne riesco ad immaginare il significato. Noi siamo orgogliosi della storia di Napoli, degli uomini illustri, Totò, De Filippo, Troisi, don Giuseppe Diana, san Giuseppe Moscati. Siamo orgogliosi dei 3 Presidenti della Repubblica, Giovanni Leone, Enrico De Nicola, Giorgio Napolitano. Siamo orgogliosi della musica e del teatro Napoletano… i nomi da elencare sono ancora tanti. Napoli ha scritto la storia d’’Italia e di questo siamo orgogliosi, non certo del malaffare e della Camorra che c’è a Napoli, e non lo nascondiamo, ma gli abitanti,quelli onesti, che sono la maggioranza, la combattono ogni giorni e non ne sono compiaciuti, come lei scrive.
Il suo articolo chiude con questa frase: “Davide è vittima anche della Napoli che lo piange e lo descrive come il bravo ragazzo che, probabilmente, non era
”.Non tocca a noi giudicare questo ragazzo, noi di fronte alla morte di un diciassettenne restiamo in silenzio, in preghiera, e ci interroghiamo su cosa potevamo fare e non abbiamo fatto per quel ragazzo e per tutti gli altri ragazzi di Napoli e non solo.
La invito a venire a Napoli, però nella valigia non metta i tanti pregiudizi. Venga a conoscere Napoli in prima persona e non per sentito dire, forse scoprirà qualcosa di diverso che nel suo prossimo articolo potrà inserire. Benvenga un articolo che condanni i cori da stadio contro lo Stato e le Forze dell’ordine alla quale abbiamo assistito oggi durante la manifestazione organizzata per ricordare il piccolo Davide, o peggio ancora la sfilata sugli scooter senza casco. A noi, onesti cittadini, anzi usando le sue parole “noi non criminali”, quella Napoli non appartiene, e da napoletani la condanniamo… non ne andiamo orgogliosi. di Massimo Manzolillo (Vice presidente Associazione Nazionale Papaboys)
Ecco l’articolo integrale pubblicato sul quotidiano Libero.it a firma di Pietro Senaldi
Prima che del carabiniere di pochi anni più vecchio che ha sparato uccidendolo, Davide Bifolco, il 17enne ammazzato a Napoli mentre fuggiva dalle forze dell’ordine, è vittima della sua città. Dove è normale andare in tre in motorino, come andava Davide alle 2.30 del mattino, è nelle cose girare senza casco e viaggiare sulla sella di un latitante e a fianco di un pregiudicato. Dove forzare un posto di blocco viene ritenuto prassi se non una prova di coraggio e virilità. Napoli è una città che vive al di fuori della legge, i cui abitanti, anche quelli che non sono criminali, tengono abitualmente comportamenti che in altre parti d’Italia non sono tollerati. Peggio, spesso non sono subiti con fastidio ma accettati con compiacenza come un tratto caratteristico della città, un qualcosa di pittoresco da fare con orgoglio. L’indagine chiarirà se il carabiniere è un assassino, di certo Davide è vittima anche della Napoli che lo piange e lo descrive come il bravo ragazzo che, probabilmente, non era.
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