Ecco perché questa notizia diventa natalizia, nel senso che è tra le prime, tra quelle interessanti che ti mandano con notifica sul cellulare. A me però questa notizia pare una notizia natalizia di qualità certificata, che parla di Lui. Una notizia Doc, di quelle con il bollino teologico certificato perché, quando diventa una notizia della nonna, diventa cioè una notizia familiare di quelle piccole, diventa una notizia che fa zittire tutti perché il più piccolo della famiglia a Natale ha un posto privilegiato: è quello che dice la poesia che ha imparato a scuola.
E così la notizia che mette in pericolo le abbuffate, per un cristiano, diventa una lieta notizia natalizia perché è una delle tante che riguarda Lui, che è da duemila anni il festeggiato più atteso. E non solo per motivi teologici ma anche perché il Suo nome e il nome della Sua festa, Natale, vuol dire famiglia in tutto il mondo, anche in quello non cattolico, non religioso. Natale è un alternarsi del teologico alto, quello da omelia in bellissimi paramenti natalizi, al teologico basso, quello delle lucine dei negozi e dei panettoni a forma di presepe accanto ai dolci tipici regionali. Tutti nello stesso frigo perché tutto è Natale, che ci piaccia o no. Le abbuffate da prima pagina ci ricordano, paradossalmente, che quel Bambino è il culmine della storia. Non solo della storia cattolica ma della storia umana. La differenza tra noi e “loro”, cioè quelli che non ci credono, è che noi Lo celebriamo, Lo attendiamo, Lo desideriamo, liturgicamente, religiosamente, con la fede, insomma. Gli altri invece Lo celebrano senza saperlo, anche con un’abbuffata. Ma tutto è Natale perché Natale è per tutti.
Culmine della storia umana perché nasce un Dio che si è fatto uomo, non che si è fatto cattolico: uomo, per tutti.
Dovremmo gioire di ogni lucetta comprata dai cinesi messa in una vetrina.
Gioire di ogni famiglia che non si è salutata tutto l’anno ma al Natale da nonna non ci rinuncia. Perché è Natale. E lo dice anche il detto Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi.
Natale è roba da bambini ed è per questo che forse non ci rinunciamo neanche da atei, da miscredenti, da peccatori quali siamo.
Perché sono i bambini che sentono la festa, sentono la gioia, sono la festa, sono la gioia.
Allora ben vengano anche le abbuffate. Ma ringraziando per quello che abbiamo che non è poco. È forse di meno ma, di questi tempi, tempi di crisi, non è poco.
Di Don Mauro Leonardi
Tratto da IlSussidiario.net
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