Al Natale dell’opulenza si aggiunge, qualche giorno dopo, la tradizione tipicamente neopagana delle grandi feste di Capodanno. Tra i ragazzi, si diffonde sempre di più l’abitudine di vivere la notte del 31 dicembre in modo assolutamente estremo, esagerato, sconvolgente.
Si corre da una festa all’altra, da una discoteca all’altra, da un locale all’altro. Non sempre si ha la lucidità sufficiente per guidare l’automobile, dopo aver brindato con vino e champagne ed essere stati assordati dal rumore di certa musica.
Ma c’è di più. Tramite Internet, negli ultimi anni, sono stati diffusi messaggi pubblicitari via e-mail in cui si invitano i giovani a vivere la notte di Capodanno al fianco di donne “a pagamento”. Non si tratta di prostitute che vendono prestazioni sessuali, ma semplicemente di ragazze molto belle, che hanno lo scopo di accompagnare e “fare immagine”.
Il messaggio che arriva ai giovani è, in sintesi, questo: “Vuoi far crepare di invidia i tuoi amici? Presentati alla festa di Capodanno insieme ad una ragazza bellissima come una fotomodella, che sarà al tuo fianco tutto il tempo che vuoi”.
Certi inviti rappresentano il trionfo della non-cultura del nulla. Viviamo sempre di più in un’epoca in cui è necessario apparire, stupire, mostrarsi. E così, per i giovani, non è più sufficiente andare ad una festa con una semplice amica. Bisogna colpire tutti. Farsi vedere con una ragazza in grado di far rimanere gli altri a bocca aperta.
Il Natale opulento e il Capodanno estremo non sono altro che il frutto di ciò che viene insegnato ai giovani attraverso alcuni mezzi di comunicazione: l’assenza totale di una cultura del limite, che dovrebbe essere alla base di ogni civiltà.
I giovani, oggi, sono considerati “bidoni aspiratutto”. Si offre loro qualunque cosa, pur di arricchirsi alle loro spalle. Li si riempie di prodotti consumistici di ogni tipo. L’importante è che i ragazzi comprino. Non importa cosa. Ciò che conta è fare soldi. Tanti soldi.
Oggi, più che mai, trionfa la dittatura del denaro. Sono i quattrini a dettare legge. Nel mondo della televisione, ad esempio, gli indici d’ascolto e gli sponsor decidono il destino di un programma.
Non è la qualità che conta. Ciò che importa é il numero delle “pecore” ipnotizzate dal piccolo schermo, pronte per essere bombardate dalla pubblicità. Se sono tante, il programma sopravviverà. Altrimenti, lascerà spazio a qualche altra trasmissione.
Che cosa si può fare, concretamente, per aiutare i ragazzi a vivere in modo più corretto ed equilibrato le feste di Natale e di Capodanno? Prima di tutto, bisogna educare i giovani a rifiutare la non-cultura dei falsi bisogni.
L’obiettivo degli spot pubblicitari è quello di far sentire i ragazzi perennemente insoddisfatti. Si fa credere loro che, per essere felici, è necessario avere un’automobile bellissima, una casa lussuosa, una ragazza straordinaria. Si annulla completamente il senso del limite. Si spinge costantemente a desiderare di avere qualcosa di più. A comprare, comprare, comprare, nell’illusione di riuscire ad assomigliare, un giorno, ai modelli irreali della televisione.
E’ importante educare i giovani a non lasciarsi condizionare dalle mode. Troppo spesso gli acquisti dei ragazzi non sono dettati dal buon gusto o dal cervello, ma dall’abitudine a muoversi “come il branco”.
E’ come se una voce sussurrasse continuamente all’orecchio dei giovani: “Compra quegli occhiali da sole, altrimenti non sarai accettato dagli altri. Acquista quel maglioncino o quei pantaloni, oppure non sarai veramente alla moda. Il branco lo vuole, e tu devi obbedire. Devi essere uguale ai tuoi compagni”.
Il bello della vita, invece, sta nello scoprire di essere diversi. Sta nella gioia di non indossare gli stessi pantaloni degli altri, o nel gusto di scegliere una maglietta perché ci piace. Non perché piace alla massa.
Come dare una svolta decisiva al periodo delle feste natalizie e di Capodanno? Invitando i ragazzi a rinunciare a qualche regalo banale. Quest’anno, potrebbero spendere i propri soldi, o una parte di essi, in un modo diverso. Ad esempio, facendo un’offerta per qualche comunità religiosa o organizzazione che si occupa di iniziative umanitarie.
Oggi molti ragazzi sono schiavi della “dittatura degli spot”. Ma basterà un piccolo gesto, in questo Natale, per trasformarli da “consumatori” a cittadini del mondo. Un mondo che ha bisogno d’amore e delle mani tese della solidarietà
Carlo Climati per Zenit.org
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