Mumbai (AsiaNews) – “A Swarga Dwar, Natale è un giorno importante. Noi portiamo la testimonianza di Gesù a tutti i nostri ospiti e amici, che sono soprattutto indù e musulmani. E il Suo messaggio diventa il loro”. Così p. Vijay Rayala, superiore regionale del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) in India, parla dell’ahsram “Porta del Cielo”, centro di riabilitazione e accoglienza dei lebbrosi fondato nel 1983 da p. Carlo Torriani (Pime) a Mumbai. Da qualche anno, la struttura ha anche un ostello, dove vivono bambini e ragazzi sani, figli di lebbrosi della zona, o rimasti orfani.
Dopo sette anni come responsabile del centro, per p. Vijay sarà il primo Natale lontano da Swarga Dwar. “Mi mancherà molto – ammette ad AsiaNews – perché festeggiare insieme ai nostri ospiti e ai loro amici è un momento speciale. A volte gli alunni del college qui vicino vengono a passare tre giorni qui con noi: aiutano con le decorazioni dell’ospedale e con i preparativi. È un’esperienza molto importante anche per loro”.
Da tre mesi il nuovo responsabile della Porta del Cielo è p. Balaswamy Thota, anche lui missionario del Pime, che si dice “molto emozionato” per questo suo primo Natale. L’ashram al momento conta una cinquantina di persone, tra cui 22 pazienti lebbrosi e 24 bambini e ragazzi dell’ostello, di cui uno ha da poco sviluppato la malattia. Gli ospiti sono per lo più indù, musulmani e qualche cristiano.
Tuttavia, alle celebrazioni natalizie sono invitate molte altre persone. “Saremo circa 300 persone – racconta il sacerdote -. Il 24 sera arrivano genitori e parenti dei bambini e dei pazienti, benefattori e amici. Ceniamo insieme, celebriamo la messa di mezzanotte e poi dormono qui da noi”.
Il 25 inizia con una grande colazione tutti insieme, spiega p. Balaswamy, a cui seguono “partite di cricket e di calcio, e giochi di vario genere per i bambini. I piccoli attendono questa festa con gioia, gli piace preparare l’albero e mettere la stella cometa sul presepe. A mezzogiorno, tutti insieme facciamo il pranzo di Natale e poi apriamo i regali. Sono giorni bellissimi, perché testimoniano che siamo un’unica grande famiglia”.
Nei loro pacchetti, bambini e ragazzi trovano soprattutto vestiti, camicie e “tutto quello che può essere utile”. Per insegnare loro il senso del dono reciproco, nelle settimane precedenti i piccoli realizzano delle cartoline di auguri, che verranno poi inviate via posta ad amici e benefattori dell’ashram, o consegnate a mano il giorno di Natale.
A cura di Redazione Papabouys fonte: AsiaNews
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