«Speravo di darvi la bella notizia che tutti aspettiamo! Sarebbe stata bella prima per me. Purtroppo non ce l’ho. Sono stato a Roma nei giorni scorsi anche per questo, ma non ci sono novità. È più facile vivere da santi che essere riconosciuti ufficialmente tali. Ma non dobbiamo meravigliarci tenuto conto che il riconoscimento della santità eroica ha valore universale per tutta la Chiesa».
Le parole pronunciate dal vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Luigi Renzo lo scorso 8 novembre, in occasione del 22esimo anniversario dell’arrivo a Paravati della statua della Vergine “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, sono risuonate come una doccia fredda alle orecchie dei circa 30mila pellegrini presenti all’interno della costruenda “Villa della Gioia”. Del resto, l’attesa di vedere presto elevata agli onori degli altari Natuzza Evolo è grande, ancor di più tra la miriade di fedeli appartenenti ai cenacoli mariani di preghiera, sorti per il mondo proprio su input della mistica calabrese.
Nulla di preoccupante, sia chiaro, soprattutto in considerazione dei tempi che la Chiesa opportunamente si prende in tali casi. Tuttavia, è indubbio che mai come quel giorno è apparso lontano il grido: “Natuzza è già santa! E’ già in Paradiso, accolta da santa tra i santi del cielo!”, elevato dallo stesso presule in occasione dei funerali dell’umile donna, morta la festività di Ognissanti del 2009. Allora, le parole furono accolte con un fragoroso applauso dalla folla presente.
Ma cosa spinse monsignor Renzo a esprimersi in modo così convinto sulla santità di “Mamma Natuzza”? Fu un episodio rimasto impresso a caratteri cubitali nella mente del vescovo, avvenuto qualche ora prima della morte della mistica. Alla vigilia di Ognissanti Natuzza, vista l’irreversibilità della situazione e lo stato comatoso, era stata trasferita dall’ospedale di Catanzaro a Paravati, nella Casa per anziani “Monsignor Pasquale Colloca”. Il presule andò a farle visita. Aperta la porta della stanzetta in cui alloggiava si ritrovò da solo con la donna ormai in agonia, adagiata nel suo letto.
«Natuzza – le disse, quasi a voler esorcizzare il momento – desidera baciare la croce?». Non fece in tempo a pronunciare la frase. La mistica riprese per un attimo miracolosamente vigore e con uno scatto si protese a baciare amorevolmente il crocefisso che monsignor Renzo teneva sul petto, per poi ricadere esanime sul suo cuscino. Qualche ora dopo “Mamma Natuzza” sarebbe morta. Oggi quella croce pettorale viene custodita dal presule miletese come una reliquia. Conservata tra le cose più care, indossata solo quando si reca a presiedere le sacre funzioni presso la realtà religioso-socio-assistenziale “Villa della Gioia”, l’adorata “sesta figlia” della mistica con le stigmate calabrese, ormai in fase di ultimazione nella grande spianata di Paravati.
Fonte 21righe.it/di GIUSEPPE CURRA’
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da tre giorni sto chiedendo la grazia per intercessione di Mamma natuzza. a mio marito Stefano da un semplice controllo ecocardiografico gli hanno riscontrato la vena aorta dilatata con aspetto aneurismatico di 50mm il cardiochirurgo dopo aver fatto eseguire angio Tac ha confermato la pericolosità e dovrebbe essere sottoposto ad intervento cardiochirurgico. io con mio marito sabato e domenica scorsi abbiamo partecipato ad un convegno degli apostoli della divina misericordia ad Assisi (ci andiamo da 12 anni) su un banchetto che vendeva quadretti raffigurante l'immagine della madonna di medjugorje il mio occhio si è fermato su uno che non era l'immaggine della madonna ma con mio stupore era il volto di Mamma Natuzza, l'ho subito preso e l'ho iniziata a pregare di intercedere per la grazia che mio marito venga guarito da questo serio problema, e che non debba subire intervento molto devastante e pericoloso xke il dilatamento della vena è sito in un posto molto pericoloso. Mamma natuzza le ho detto: se vuoi salire agli onori degli altari della S. chiesa intercediAFFINCHè MIO MARITO VENGA MIRACOLATO CHIEDI LA GRAZIA DEL RISANAMENTO DI QUESTA VENA.IO CI CREDO.