A Nazareth, ad organizzare l’evento è stata l’Associazione delle festività natalizie, composta dai rappresentanti di tutte le parrocchie cattoliche, in accordo con le altre parrocchie, guidata dal presidente Salim Lahham, dal segretario Nabil Totri e dal tesoriere Marshi Hatem. Saranno loro ad occuparsi anche della sfilata popolare di Natale.
Il rito dell’accensione si è svolto nel Centro Pastorale Sant’Antonio in tre fasi: un momento per i bambini (mille!) nella sala Papa Benedetto; un altro momento con le autorità religiose e civili e le istituzioni, al Centro Pastorale Sant’Antonio; e un terzo per tutti – cristiani, musulmani e persino ebrei – in piazza, per le strade e gli incroci, in cui ha avuto luogo l’accensione. La polizia ha stimato la presenza di cinquemila persone.
Nel corso della riunione ufficiale, erano presenti tutte le autorità della città: mons. George Bakouni, mons. Marcuzzo, mons. Riah Abu al-Assal, il Sindaco Ali Sallam con il suo Consiglio, il Clero di Nazareth, i giudici cristiani, i presidenti dei Club, i dirigenti scolastici, i responsabili delle istituzioni cristiane, delle moschee, dei gruppi di scout, molti religiosi e molte famiglie.
Sono stati pronunciati dei discorsi di circostanza, intervallati da canzoni dei Vida Tabar e dalla musica dell’orchestra della scuola San Giuseppe. Mons. Marcuzzo ha ricordato l’importanza di questa tradizione: «Accogliamo con gioia l’albero di Natale e ci rallegriamo della sua diffusione e dello sviluppo dei suoi simboli. L’albero di Natale, infatti, è un simbolo dei valori della vita, dell’unità, della fratellanza, e della luce. Ed è soprattutto questa l’illuminazione di cui noi abbiamo bisogno oggi. Uno luce di umanità e pace che disperda le tenebre del fanatismo, dell’intolleranza e della violenza di cui soffrono terribilmente la Terra Santa e il Medio Oriente».
Riferendosi al documento firmato, il 2 dicembre, da papa Francesco e dai leader religiosi di tutto il mondo sulla schiavitù moderna, ha aggiunto: «La luce di questo albero venga ad illuminare ogni uomo e allontani la notte della schiavitù moderna – fisica, corporale, economica, materiale, sessuale, psicologica, ideologica – di cui noi siamo vittime, direttamente o indirettamente, e di cui siamo anche strumenti, consciamente o inconsciamente».
Oltre 28 metri di altezza e decorato con 25.000 piccole lampade, questo albero di Natale, ora esposto al pubblico, era pochi anni fa – prima della costruzione della strada e la divisione della terra – nel piccolo bosco del Convento delle Clarisse. Cresceva proprio accanto alla capanna del beato Charles de Foucauld… Può allora, questo albero, sussurrare un po’ del mistero dell’Amato di Dio.
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