Ncd all’attacco, unioni civili in bilico

ITALIA – Dopo lo stop di Renzi alla bozza Cirinnà gli alfaniani tornano alla carica: «No a matrimoni e reversibilità». Oggi seduta chiave in Commissione

Si riaccende il dibattito sulle unioni civili. Il Nuovo Centrodestra torna all’attacco sui matrimoni gay e sulla reversibilità delle pensioni e oggi, nella commissione Giustizia del Senato, la bozza preparata da Monica Cirinnà del Pd rischia di subire uno stop che farebbe slittare l’approvazione della legge almeno di qualche mese.

Tutto nasce dall’intervista rilasciata da Matteo Renzi all’ Avvenire domenica. Un colloquio nel quale il premier ha spiegato che «il ddl Cirinnà sarà superato perché in questo campo vedremo una proposta ad hoc del governo, che è pronto a prendere una sua iniziativa». Pronto, certo, ma con i suoi tempi. Perché, dice Renzi, «i diritti civili stanno in un pacchetto che parte dalle riforme costituzionali». Tradotto in soldoni: se proposta ci sarà, occorrerà aspettare l’approvazione delle riforme, per lo meno in prima lettura. Non è un caso che quella parte del Pd più sensibile alla tematica abbia accolto con una malcelata irritazione le frasi del premier. «Temo che una proposta del governo irrigidirebbe la situazione invece di aiutare a trovare una soluzione» ha spiegato il senatore Sergio Lo Giudice. A cui fa eco la relatrice della bozza Monica Cirinnà: «Se Renzi parla di una proposta ricalcata sul modello tedesco – sostiene la senatrice Dem – non vedo in cosa possa essere diversa dalla mia. E poi credo che, vista l’esperienza passata con Dico e Pacs, che erano iniziative governative, sia preferibile lasciare la materia al Parlamento». «Una soluzione indolore per tutti – suggerisce la Cirinnà – sarebbe tenere aperta la discussione sul mio testo almeno fino a settembre, in modo da non buttare via tutto il lavoro fatto fino ad ora. Poi, alla ripresa di settembre, decideremo se è il caso di ripartire da capo oppure di emendare con le proposte del governo il mio testo».

Soluzione che, però, non piace a Ncd. Che ha approfittato delle parole di Renzi per rimettere in discussione tutto l’impianto del ddl. «Ho chiesto in Commissione la sospensione del dibattito sul testo delle Unioni Civili, proposto dalla relatrice Monica Cirinnà. La sospensione è obbligata dopo che il presidente del Consiglio ha annunciato sul quotidiano della Cei Avvenire

la presentazione in settembre di un disegno di legge governativo sulla stessa materia». Disegno di legge dal quale, secondo gli esponenti di Ncd, dovranno scomparire alcuni punti nodali, come l’estensione alle coppie omosessuali di tutti i diritti previsti dal matrimonio «classico». A partire dal tema più controverso: la reversibilità delle pensioni. «La famiglia è una, quella naturale tra un uomo e una donna e fondata sul matrimonio, come sancisce la Costituzione» ha tuonato la portavoce nazionale di Ncd Barbara Saltamartini. «Non ammetteremo – ha continuato – alcuna deriva verso nozze gay o adozioni da persone dello stesso sesso. Sì al riconoscimento dei diritti civili in ambito privatistico ma, sia chiaro, senza ingerenza di politiche pubbliche, come la reversibilità della pensione».

L’impressione, in casa Pd, è che il premier abbia deciso di dare un «contentino» al partito di Alfano per chiedere, magari, qualche concessione in un’altra partita molto delicata, quella delle riforme istituzionali e in particolare dell’Italicum. Proprio per smentire questo scenario, ieri in una nota congiunta alcuni senatori democratici (Cantini, Ginetti, Marcucci e Pezzopane) hanno escluso «passi indietro o perdite di tempo». «Il testo del governo – hanno aggiunto – servirà ad affermare una posizione condivisa, lasciando in un angolo gli appassionati di nuove e improbabili guerre di religione». Per ipotizzare le prossime puntate della telenovela, in ogni caso, basta aspettare quello che accadrà oggi. In commissione Giustizia dovrebbe proseguire la discussione generale sul provvedimento, che è ancora in attesa di essere «adottato» e poi eventualmente emendato. Se il governo, complice la richiesta di Giovanardi, dovesse chiedere l’accantonamento della bozza, l’iter inevitabilmente si allungherebbe. Chissà fino a quando. di Carlantonio Solimene per il Quotidiano Il Tempo

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