L’INCIDENTE. Taylor, residente in Iowa, aveva 14 anni quando l’11 settembre 2011 si recò a casa di un amico con altri compagni dopo la partita di football della sua scuola, la Waukee High School. Quando uno dei ragazzi uscì per tornare a casa, Taylor e un’amica scherzando salirono sul cofano dell’auto per impedirgli di andarsene. Il ragazzo, sbadatamente, fece retromarcia e Taylor cadde all’indietro, sbattendo violentemente la testa sull’asfalto. Poiché non si riprendeva, i compagni chiamarono l’ambulanza.
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MORTE CEREBRALE. «C’è stato un incidente», si sentì dire la madre, Stacy Henningsen. All’inizio i medici le spiegarono che il cervello della figlia era stato gravemente danneggiato e che le speranze di ripresa erano minime. Anche il coma farmacologico sembrava non servire a nulla, perché in una settimana Taylor non aveva dato il minimo segnale di ripresa. Medici e infermieri avevano lottato aiutando la ragazzina a respirare con i macchinari, ma alla fine parte del cervello della ragazza era sceso nel cavità spinale. «Nessuno si riprende quando accade», avevano spiegato i dottori alla famiglia. Dichiarata la morte celebrale, cominciarono quindi le pratiche per la rimozione dei sostegni vitali e per la donazione degli organi.
LA PREGHIERA. Lo stesso giorno, Jeff Stickel, uno specialista chiropratico amico dei genitori, venne a trovarla affermando che si era sentito chiamato da Dio ad aiutare Taylor. Stacy e il marito Chuck gli spiegarono che era ormai troppo tardi. E anzi che era una pessima idea, visto che Stickel non aveva mai trattato un paziente in stato d’incoscienza. Il medico, direttore della clinica di chiropratica di Des Moines, capitale dell’Iowa, chiese allora ai genitori di pregare insieme al capezzale della ragazza. Stickel implorò il miracolo poggiando la mano sul collo di Taylor, poi salutò la famiglia.
«È STATA LA MANO DI DIO». Qualche ora dopo i medici dovettero procedere allo spegnimento dei macchinari e accadde l’impossibile. Il cuore di Taylor non si fermò, la ragazza anzi cominciò a respirare affannosamente e vedendola reagire i dottori riaccesero immediatamente il respiratore. Gli occhi della ragazza si aprirono ed emise dei suoni cercando di parlare. «È stata la mano di Dio. Il fatto non può essere spiegato in altro modo», commentò il padre ai giornali locali.
DIPLOMA E UNIVERSITÀ. Taylor dovette letteralmente rinascere: imparare di nuovo a deglutire, masticare, parlare, camminare, lavorando anche sulla memoria perduta. Lo studio divenne durissimo: «Dovetti imparare da capo la matematica e non è stato facile». Ma in soli quattro anni, accettando di farsi aiutare, la ragazza ha recuperato a pieno tutte le sue funzioni. Lunedì ritirerà il diploma, poi l’aspetta l’università: «Dio può salvare le persone. Sono grata a tutti i medici e le infermiere e i terapisti che mi hanno aiutato a riprendermi. Ma la maggior parte è merito di Dio».
Redazione Papaboys (Fonte www.tempi.it)
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