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Nel dialogo con Gesù Eucaristico il segreto del Beato Giacomo Alberione

Cari amici lettori, in questi giorni (dal 15 al 18 settembre) si celebra a Genova il Congresso eucaristico nazionale. L’abbiamo anticipato con un articolo nel numero scorso, mentre in questo presentiamo un’esperienza particolare che nasce dall’adorazione del Santissimo, l’Ora di Nicodemo.

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La settimana prossima vi proporremo un resoconto di questo evento riportando la viva voce di chi vi ha partecipato. Vorrei prendere spunto dal Congresso eucaristico non solo per ricordare a tutti la centralità dell’Eucaristia nella nostra vita cristiana («culmine» e «fonte» la definisce la costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium al n. 10), ma anche per raccontarvi un aspetto importante della spiritualità della Famiglia religiosa a cui appartengo.
Il beato Giacomo Alberione ha sempre considerato l’Eucaristia centrale nella spiritualità della Famiglia paolina. Così disse, ad esempio, in un corso di esercizi nel 1960: «La nostra pietà è in primo luogo eucaristica. Tutto nasce come da fonte vitale dal Maestro eucaristico. Così è nata dal tabernacolo la Famiglia paolina, così si alimenta, così vive, così opera, così si santifica». Questa convinzione per cui la «pietà» paolina, cioè l’intera vita spirituale, ha la sua sorgente nell’Eucaristia (da cui tutto deriva: una vita santa e al servizio degli altri nell’apostolato), è nata dall’esperienza personale. Nella notte che apriva il XX secolo, il 31 dicembre 1900, Alberione era un ragazzo di 16 anni e passò diverse ore in preghiera davanti al Santissimo, come aveva chiesto il papa Leone XIII. Ecco il suo resoconto di quell’esperienza, narrato in terza persona: «Una particolare luce venne dall’Ostia santa, maggior comprensione dell’invito di Gesù “Venite a me tutti”… Gli parve chiaro quanto diceva Toniolo sul dovere di essere gli apostoli di oggi, adoperando i mezzi sfruttati dagli avversari». Alberione aggiunge: «Ebbe senso abbastanza chiaro della propria nullità, ed insieme sentì “Sono con voi fino alla fine del mondo” nell’Eucaristia, e che in Gesù-Ostia si poteva aver luce, alimento, conforto, vittoria sul male». Ecco il “segreto” di don Alberione, della sua carica carismatica, delle sue tante iniziative.

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Ecco, cari amici, dove anche ciascuno di noi può trovare la forza di affrontare le fatiche di ogni giorno, gli impegni familiari e sociali: incontrare Gesù nell’Eucaristia, partecipando alla Messa, dialogando con il Maestro nell’adorazione. Don Alberione la chiamava «visita», ispirandosi alle tante visite del Vangelo, come quella di Nicodemo. Si tratta di un vero incontro con il Signore, di un dialogo intimo e aperto con lui, come un amico che parla, come disse ancora don Alberione, «al vero Amico».




Redazione Papaboys (Fonte www.credere.it/don Antonio Rizzolo)

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