RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO MARTEDI’ – San Bonaventura nacque a Bagnoregio (Viterbo) nel 1218, entrò nell’ordine dei Frati Minori vivente ancora san Francesco, il quale, accogliendolo avrebbe esclamato: “oh, bonaventura”! Nel suo ordine egli promosse gli studi teologici e ne fu eletto ministro generale a 36 anni. Clemente IV lo creò Cardinale, e Gregorio X lo inviò come suo legato al Concilio di Lione, ove ebbe la gioia di ratificare l’unione con i greci ortodossi il 28 Luglio 1274. Morì pochi giorni dopo. La sua dottrina mistica fa leva soprattutto sull’amore per giungere a Dio.
Il Vangelo odierno, presenta il rimprovero di Gesù nei confronti delle città nelle quali aveva compiuto i miracoli, con una conclusione amara: “Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra”. Il confronto stabilito tra le città d’Israele e quelle pagane, a svantaggio delle prime, sottolinea non solo il mistero dell’elezione divina, ma soprattutto la responsabilità di chi è favorito dalla grazia. Ognuno deve temere di lasciar passare invano la parola del Vangelo. Quando si ha la pretesa di possedere Dio e fare a meno di Lui cadiamo in una sorta di “incantesimo spirituale” da cui è difficile uscire. Non basta accettare il Signore con le labbra. E’ necessario trasmetterlo con la vita, trasformando ciò che ci circonda. Nel passato, Tiro e Sidone, nemici ferrei di Israele, maltrattarono il popolo di Dio. Per questo furono maledette dai profeti.
Ora Gesù afferma che queste città-simbolo di tutta la malvagità, si sarebbero già convertite se in esse fossero stati realizzati i miracoli avvenuti a Corazin ed a Betzaida. La città di Sodoma, simbolo della peggiore perversione, fu distrutta dall’ira divina. Oggi viviamo ancora questo stesso terribile paradosso. Molti credenti, abbiamo “solide” convinzioni. Tanto che nessuno è disposto a convertirsi. In alcuni luoghi, il cristianesimo, invece di essere fonte di cambiamento e di conversione, diventa il veicolo per giustificare le scelte antievangeliche. Il rimprovero di Gesù tocca il cuore di ciascuno? Oppure preferiamo rimanere nella nostra fede sicura? a cura di don Salvatore Lazzara