Nel mondo, circa settanta milioni di ragazze di età compresa tra i 15 e i 19 anni subiscono abusi e violenze fisiche, che ogni anno provocano oltre sessantamila decessi. Una morte ogni dieci minuti.
Numeri che rappresentano solo la punta dell’iceberg di un fenomeno molto più vasto, che comprende tutta una serie di brutalità (dalle punizioni corporali agli stupri, dagli atti di bullismo ai matrimoni forzati, dagli abusi psicologici alle mutilazioni genitali).È quanto emerge dal quarto dossier «La Condizione delle bambine e le ragazze nel mondo», di Terre des Hommes, presentato ieri a Roma, alla vigilia della Giornata mondiale delle bambine che si celebra l’11 ottobre, per fare il punto sulle violazioni dei diritti fondamentali delle giovani e rilanciare la “Campagna Indifesa”. Il rischio per una ragazza di morire a seguito di un atto violento cresce con l’aumentare dell’età: si passa così dallo 0,4 per cento nella fascia d’età da zero a 9 anni, al 4 per cento da 10 a 14 anni, fino al 13 per cento tra i 15 e i 19 anni. Dalle yazide rese schiave sessuali dal cosiddetto Stato islamico, alle bambine attentatrici suicide fomentate dal gruppo terroristico nigeriano di Boko Haram, le giovani vittime delle guerre sono le più vulnerabili a fenomeni come matrimoni e gravidanze precoci, sfruttamento lavorativo, prostituzione, discriminazioni e abusi.
«All’indomani della nascita degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, che hanno molti riferimenti alla questione di genere, occorre ricordare che ci sono ancora 57 milioni di bambine e ragazze che non vanno a scuola e oltre 68 milioni che sono costrette a lavorare», precisa il rapporto di Terre des Hommes. Inoltre, sono 15 milioni le spose bambine che, senza volerlo e nel giro di poco tempo, diventano mamme e devono lasciare gli studi. «E senza istruzione — prosegue il documento — non potranno avere una vita migliore e dare il loro contributo al progresso dell’umanità».
Obiettivo della “Campagna Indifesa” — che si svolge sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica italiana, con il patrocinio della Camera, del ministero degli Esteri e della polizia — è quello di dire basta alla violenza e allo sfruttamento delle bambine, liberarle dalla schiavitù e garantire loro una vita in salute e un’istruzione adeguata.
Redazione Papaboys (Fonte L’Osservatore Romano, 9 ottobre 2015)