R. – Ho fatto una preparazione più spirituale, con nove giorni di riflessione durante la celebrazione delle Messe sul tema della Misericordia, sfruttando un po’ le meditazioni fatte dal Papa. La sera alle 21 recitavamo il Rosario e poi giornate piene di preghiera, di adorazione per dare chiaramente un taglio più spirituale all’evento e fare in modo che non sia solamente qualcosa di folkloristico ma molto emotivo. Quindi abbiamo cercato di configurare un percorso che potesse aiutarci ad incontrare veramente il Papa.
D. – Cosa vi aspettate da questa visita del Papa?
R. – Come sempre il cristiano si aspetta dal Papa di essere rafforzato, consolidato nel suo cammino, illuminato sulle scelte da fare come comunità e come singoli. Anche solo il fatto di provare la gioia di avere con noi il nostro vescovo, la gioia di avere un vescovo che è entrato nel cuore di gran parte della popolazione del quartiere.
D. – Quali frutti si aspetta come parroco da questa visita per i fedeli?
R. – Chiaramente frutti spirituali; che il Papa ci aiuti come sta cercando di fare, di spronarci ad una relazione più profonda con il Signore e chiaramente da questo frutto spirituale, poi tutti i frutti di carità che auspica sempre lui, che sono i frutti del Vangelo, dell’incontro con nostro Signore. Quindi ci aspettiamo questi frutti che sono sicuramente i più preziosi.
D. – Ci racconti un po’ la parrocchia … Che parrocchia è? Quando nasce e soprattutto in che territorio vive, visto che il Papa sta andando a visitare quelle che sono le periferie della città, le chiese dove ci sono anche situazioni di estrema necessità, povertà ed estremo disagio…
R. – Questa parrocchia ha queste caratteristiche, perché chiaramente si trova all’estrema periferia di Roma. È una parrocchia che ha avuto un percorso molto particolare perché è nata con il quartiere. Qui ci sono stati per circa 43 anni sacerdoti provenienti da Reggio Emilia che hanno fatto un lavoro straordinario, un lavoro di prossimità; perché era un quartiere che nasce in periferia, quindi pieno di disagi, l’assoluta mancanza di ogni servizio essenziale. Quindi la parrocchia è sempre stata vicina a queste esigenze fondamentali per poter crescere insieme. Poi in questi ultimi anni è cresciuto molto e adesso è un quartiere che ha ancora le caratteristiche del quartiere di periferia, ma senza quelle situazioni estreme che l’hanno caratterizzato nei primi decenni. Ora è ricco di solidarietà dove c’è un vero impegno verso l’altro che è particolare, veramente speciale.
D. – La parrocchia su che fronti è principalmente impegnata?
R. – Per quanto riguarda il sostegno scolastico abbiamo attivato un doposcuola negli ultimi due anni. Per gli anziani soli abbiamo cercato di rafforzare un gruppo che si occupa di loro, che li fa incontrare. Poi c’è tutto l’aspetto legato alla carità; ci sono tantissime famiglie che a causa della situazione economica, che ben conosciamo, hanno bisogni essenziali. Quindi per quanto possiamo cerchiamo di aiutare, di essere vicini. Su questo la parrocchia è stata attenta da sempre.
Fonte: Radio Vaticana
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