La celebrazione in occasione del cinquantesimo anniversario del dialogo tra Chiesa cattolica e anglicana: «Le divergenze non possono impedirci di riconoscerci reciprocamente fratelli e sorelle in Cristo». Per la prima volta nella storia, una cosa inimmaginabile ai tempi dello scisma di Enrico VIII, gli anglicani hanno celebrato i loro Vespri nella Basilica di San Pietro.
A presiedere nel pomeriggio la «preghiera corale della sera» è stato l’arcivescovo anglicano David Moxon, direttore del Centro anglicano di Roma, con l’accompagnamento liturgico del coro del Merton College di Oxford. L’omelia è stata pronunciata da monsignor Artur Roche, segretario della Congregazione per il Culto divino. Mentre le nicchie ultratradizionaliste lanciavano «rosari di riparazione» in Rete, e i lefebvriani titolavano un comunicato «Le preghiere degli eretici io non le avrò», Oltretevere si è parlato di un evento «particolarmente significativo dei buoni rapporti tra Chiesa cattolica e comunione anglicana» che arriva a conclusione dei festeggiamenti per il cinquantesimo anniversario del ristabilimento del dialogo: l’incontro tra Paolo VI e Michael Ramsey, il 23 marzo 1966. Il tutto, proprio nel giorno in cui si ricorda il quarto anniversario dell’elezione di Francesco, il 13 marzo 2013.
Per ricordare il dialogo, del resto, il 5 ottobre Papa Francesco e il primate anglicano Justin Welby avevano celebrato assieme i Vespri nella Chiesa romana dei Santi Andrea e Gregorio al Celio. «Le divergenze non possono impedirci di riconoscerci reciprocamente fratelli e sorelle in Cristo in ragione del nostro comune battesimo. Nemmeno dovrebbero mai trattenerci dallo scoprire e dal rallegrarci nella profonda fede cristiana e nella santità che rinveniamo nelle tradizioni altrui. Queste divergenze non devono portarci a diminuire i nostri sforzi ecumenici», avevano scritto il Papa e l’arcivescovo di Canterbury nella dichiarazione comune. «Il mondo deve vederci testimoniare, nel nostro operare insieme, questa fede comune in Gesù».
Il 26 febbraio, Francesco è stato il primo pontefice a visitare la comunità anglicana di Roma, nella chiesa di Ognissanti. Francesco aveva benedetto una icona di Cristo e spiegato: «Cattolici e anglicani, siamo umilmente grati perché, dopo secoli di reciproca diffidenza, siamo ora in grado di riconoscere che la feconda grazia di Cristo è all’opera anche negli altri. Ringraziamo il Signore perché tra i cristiani è cresciuto il desiderio di una maggiore vicinanza, che si manifesta nel pregare insieme e nella comune testimonianza al Vangelo, soprattutto attraverso varie forme di servizio. A volte, il progresso nel cammino verso la piena comunione può apparire lento e incerto, ma oggi possiamo trarre incoraggiamento dal nostro incontro».
Fonte: www.corriere.it
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