Fondatrice del santuario dell’Amore misericordioso a Collevalenza, in cui è l’anno scorso è stata aperta l’unica Porta santa della diocesi di Orvieto-Todi, la beata madre Speranza diceva: «Un amore che non opera non è amore, se non riscalda e non brucia non è amore».
Parole citate dalla Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata nel Messaggio della Cei per la ventesima Giornata mondiale della vita consacrata, celebrata lo scorso 2 febbraio. Madre Speranza ha dato un volto alla tenerezza di Cristo. Per questo la scelta del vescovo Benedetto Tuzia per la sua diocesi è stata naturale: in Italia, infatti, il santuario voluto fortemente dalla religiosa beata «è l’unico intitolato alla misericordia», sostiene padre Ireneo Martín, rettore e membro dei Figli dell’Amore misericordioso (Fam), congregazione religiosa maschile fondata a Roma il 15 agosto 1951, mentre le Ancelle dell’Amore misericordioso erano nate a Madrid il 24 dicembre 1930.
Madre Speranza, al secolo María Josefa Alhama Valera, era venuta alla luce in Spagna il 29 settembre 1893, mentre morì l’8 febbraio 1983 proprio a Collevalenza, dov’era approdata nell’agosto di 32 anni prima: beatificata il 31 maggio di due anni fa, è sepolta nella cripta del santuario, meta di migliaia e migliaia di pellegrini che cercano un’oasi di pace in questo borgo medievale a 7 chilometri da Todi. Nell’intuizione profetica di madre Speranza, spiega padre Ireneo, la missione della sua famiglia religiosa innestata in questo luogo «avrebbe dovuto contribuire a far sì che Dio fosse riguardato non come un giudice pronto a giudicare e infliggere un castigo, ma come un padre buono che sta ad aspettare il figlio prodigo, come un amico fedele disposto a soccorrerci, aiutarci, scusarci, sacrificarsi per noi».
Aprendo la Porta santa a Collevalenza, nel pomeriggio di domenica 13 dicembre, monsignor Tuzia ha ricordato questa vocazione originaria «di una così singolare messaggera dell’amore misericordioso, quale è stata la beata madre Speranza, la cui testimonianza risplende ancora più forte e attuale per il nuovo anno di grazia che ci apprestiamo a vivere». Poi il pastore ha augurato alla sua porzione di Chiesa il dono di imparare «a guardare ogni persona con occhi umani, velati di dolore e con l’occhio luminoso e sereno di Cristo, il divino samaritano. Sia Chiesa che riflette il volto del Dio amore per ridare cuore nuovo alla gente di oggi, immersa in una civiltà malata, che sembra aver esaurito le scorte della speranza; Chiesa che sa essere al servizio del mondo e fa dell’amore all’uomo il suo credo; Chiesa che ama servendo e che serve amando, perché una Chiesa che non serve non serve a nessuno; Chiesa dalle porte aperte ed essa stessa porta spalancata, per entrare nella quale non occorre bussare né fare anticamera».
Infatti «scoprire che l’amore misericordioso di Dio è la forza più grande è un’intuizione che si fa annuncio esplicito: quello di una porta spalancata per tutti», evidenzia padre Aurelio Pérez, superiore generale dei Fam. Religiosi, laici, volontari e giovani devoti di madre Speranza di Gesù si sono ritrovati l’8 febbraio per celebrare la sua festa liturgica, culmine del convegno Madre Speranza e le opere di misericordia, che aveva preso il via tre giorni prima.
In questo Anno santo, ogni pellegrino che arriva al santuario riceve il Vademecum del Giubileo della misericordia, che contiene informazioni su itinerario e indulgenza giubilare, opere di madre Speranza, testi di papa Francesco e di madre Speranza, canti e preghiere tra le quali la novena all’Amore misericordioso. «Per il momento ne abbiamo stampate oltre 20 mila copie», annuncia padre Ireneo che, oltre al passaggio della Porta santa e alla Confessione («il miracolo più grande di Gesù è portare le anime a sé attraverso il sacramento della Riconciliazione, qui molto praticato»), propone ai gruppi la Via Crucis nel viale prima di arrivare alla basilica e una sosta di raccoglimento e contemplazione davanti al Crocifisso nella cappella, scultura lignea policroma dell’artista Cullot Valera: «Accoglie con le sue braccia spalancate ed esorta alla fiducia e sul petto si vede il cuore sormontato dalla scritta “charitas”». Numerosi gli ex-voto sulle pareti, segno di grazie ricevute: «Ogni mattonella è catalogata secondo un numero progressivo e in archivio sono conservati i certificati medici e le dichiarazioni che motivano l’ex-voto». Il flusso di gente è continuo, soprattutto nel fine-settimana: dalle 3 alle 5 mila persone. E dal 7 febbraio salgono a Collevalenza, a turno, le diverse vicarìe della diocesi.
«Aspettiamo papa Francesco. All’invito del nostro superiore generale ha risposto in spagnolo, dicendo “Debemos”, dobbiamo andare», sussurra il rettore. E ricorda: «Il 22 novembre 1981, ancora convalescente, san Giovanni Paolo II decise che questa fosse la meta della sua prima uscita da Roma dopo l’attentato di sei mesi prima in piazza San Pietro. Per ringraziare la Madre della misericordia che lo aveva salvato».
Il santuario si trova appena fuori dal borgo antico della cittadina umbra.
Dall’autostrada del Sole: per chi viene da Nord, uscire a Valdichiana e proseguire per Perugia, Todi, Collevalenza; da Sud, uscire a Orte e proseguire per Sangemini, Acquasparta, Collevalenza.
In treno, scendere alla stazione di Sansepolcro-Terni. In pullman, partenze in giorni feriali e festivi dalla stazione di Roma Tiburtina (numero verde 800/09.96.61), da Fiumicino, Napoli e Pompei (tel. 335/75.11.598).
ORARI E CELEBRAZIONI
Nei giorni festivi le Messe vengono celebrate alle ore 6.30, 8, 9, 10, 11.30, 16, 17.30 (ora legale: 17, 18.30); dalle 17 alle 19, nella cappella del Crocifisso, adorazione, rosario, vespri e benedizione eucaristica.
Nei giorni feriali, Messe alle 6.30, 7.30, 10;17; alle 18.30 vespri, rosario, novena all’Amore misericordioso.
Lunedì e sabato, a mezzogiorno, Messa del pellegrino.
Possibilità di celebrare la Via Crucis nel viale a valle del santuario.
Info: tel. 075/89.58.282 (ore 8.30-19), informazioni@collevalenza.it.
L’Umbria conta altre 7 diocesi, oltre a Orvieto-Todi di cui fa parte Collevalenza. Nell’arcidiocesi diPerugia-Città della Pieve sono aperte 7 Porte sante: cattedrale di San Lorenzo, ospedale della Misericordia, concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio in Città della Pieve, santuario della Madonna dei Bagni in Casalina di Deruta, convento di Montescosso in Bosco, parrocchia di San Giovanni Battista in Marsciano, Madonna di Lourdes in Montemelino di Magione.
Nella diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino ci sono 3 Porte sante nella cittadina del patrono d’Italia: San Rufino e basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli. Sono 4 nella diocesi di Spoleto-Norcia: cattedrale, santuari della Madonna della Stella in Montefalco, di Santa Rita a Roccaporena e Cascia. Nella diocesi di Terni-Narni-Amelia, oltre a quella nella cattedrale, sono aperte Porte della misericordia nel carcere di Vocabolo Sabbione e nella cappella dell’ospedale di Terni. A Foligno eCittà di Castello è stata scelta la cattedrale; a Gubbio la chiesa di San Francesco.
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IL VIDEO DA ‘Vade Retro’ trasmissione di TV2000
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Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristiana.it/Laura Badaracchi)
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