Un settimana dopo la Chiesa cattolica, gli Ortodossi delle diverse Chiese vestono i paramenti liturgici ed entrano nel Triduo pasquale, fino a domenica 12 aprile, loro giorno di Pasqua.
La coincidenza della data di Pasqua tra le Chiese cattoliche e quelle ortodosse non è frequente. Ma se in tanti paesi questo slittamento passa quasi inosservato, le sue conseguenza in Terra Santa sono notevoli, in special modo a Gerusalemme nel luogo stesso della Resurrezione del Signore.
La prima è un problema di unità. Dopo averne parlato col Patriarca di Costantinopoli, papa Francesco l’aveva ricordato durante il volo di ritorno dal suo viaggio in Terra Santa, nel maggio 2014. “Si tratta di una cosa un poco ridicola: Dimmi un po’, il tuo Cristo, quand’è che risorge? La settimana prossima. Ah! Il mio è resuscitato la settimana scorsa…”. La data di Pasqua è un segno di unità. Certamente è molto bello quello che succede allo scambio di auguri già cominciato tra i Cristiani, alcuni prima, altri dopo, la loro messa di Pasqua.
I differenti calendari provocano inevitbilmente il blocco delle strade di Gerusalemme attorno al Santo Sepolcro. Per la seconda settimana consecutiva è difficile accedere o anche solo circolare attorno ai luoghi santi. Moltissima gente – anche se quest’anno un po’ meno di altre volte – spinge e schiaccia i fedeli arrivati di buon’ora. Scambi ruvidi tra fedeli, poliziotti, turisti o pellegrini sono all’ordine del giorno nelle piccole strade della Città Vecchia, di certo non progettate per grandi masse.
I Latini all’unisono cogli Ortodossi
Mercoledì 8 aprile, il Patriarca Fouad Twal è partito per la Giordania per celebrare colà una seconda settimana santa presso i cattolici latini del Regno Hascemita. A Cipro e in Palestina avviene lo stesso: solamente domenica prossima ci sarà lo scambio gioioso degli auguri.
Sensibile ai problemi dell’unità, la Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa (AOCTS) ha inviato ai parroci, prima della Quaresima, una lettera per chiedere loro di celebrare la Pasqua nella stessa data degli ortodossi. Tranne che a Gerusalemme e a Betlemme dove lo Statu Quo tra le diverse Chiese impedisce ogni cambiamento. “La Chiesa ha ascoltato la voce dei fedeli; da molto tempo è invalsa la consuetudine di festeggiare la Pasqua insieme, cattolici e ortodossi, secondo il calendario giuliano, si tratta di una acquisizione ormai solida che non si può cambiare”, precisa la lettera. “Ogni richiesta di eccezione al principio generale deve essere avanzata nella fede e nella carità avendo di mira l’unità della Chiesa”.
Da Gerusalemme è giunto l’annuncio della tomba vuota che tutti i Cristiani condividono da 2000 anni; se la Chiesa madre di Gerusalemme giunge a riunire i suoi fedeli per una sola e identica Pasqua, il messaggio del Risorto ne sarà rafforzato.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Patriarcato Latino di Gerusalemme
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