Sono 98.020 i nuovi casi di Covid registrati nelle ultime ore in Italia, martedì erano stati 78.313. I tamponi eseguiti sono stati 1.029.429 per un tasso di positività che si attesta al 9,5%, in aumento rispetto al 7,6% di martedì. I decessi sono stati 148 (martedì erano stati 202). I guariti odierni sono 21.871.
Sono 1.185 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 40 in più in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 126. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 10.578, ovvero 489 in più.
La situazione di crisi nelle Regioni
Nuovo picco di test e di contagi in Campania: 9.802 i nuovi casi rilevati (ieri 7.181) su 111.379 tamponi eseguiti. Il tasso di incidenza balza all’8,8%, soglia mai toccata finora in regione, contro il 6,86 di ieri.
Impennata di positivi anche nel Lazio: 5.248 con aumento dell’Rt a 1.08 e dei tassi di occupazione di area medica e intensiva rispettivamente al 15% e al 10%.
Dati che se confermati porterebbero la Regione in giallo a gennaio, mentre le Marche stanno andando verso l’arancione con 10 decessi, 1.070 i ricoverati (+45), 147 terapie intensive (+12).
In Lombardia il tasso di positività schizza al 15,5%
Anche in Piemonte si registra il numero di casi più altro dall’inizio della pandemia, 9.671, il 12% degli 80.826 tamponi eseguiti. In Lombardia il tasso di positività è schizzato al 15,5%, martedì era al 12,8%, il giorno prima all’11,4%.
A fronte di 209.685 tamponi effettuati, sono 32.696 i nuovi positivi, quasi 4mila in più di ieri, quando erano 28.795. Sono 191 i ricoverati nelle terapie intensive (-2), 1.831 negli altri reparti, in crescita di 133. E sono 28 i decessi per un totale di 35.008 da inizio pandemia.
Azzeramento della quarantena ma obbligo di Ffp2
I presidenti di Regioni, dopo essersi riuniti, hanno inviato al Cts un documento contenente una serie di richieste sulla gestione dell’autoisolamento: azzeramento della quarantena ma obbligo di Ffp2 e autosorveglianza per le persone che hanno completato il ciclo primario di vaccinazione da meno di quattro mesi o che hanno ricevuto la terza dose.
Questo perché da un lato le aziende sanitarie regionali sono sovraccariche di lavoro a causa del boom di contagi da Omicron, dall’altro si rischierebbe uno scenario in cui gran parte del Paese è in isolamento preventivo.