La forza della vita. Un neonato di 4 mesi è stato estratto vivo dopo essere rimasto 22 ore sotto le macerie. Lo riporta un giornale locale di Kathmandu, che pubblica le immagini.
I militari pensavano che il piccolo fosse ormai morto, dopo che diversi tentativi di estrarlo erano falliti. Così si erano spostati a portare soccorso in un’altra area.
Alcune ore dopo, tornati sul posto, hanno sentito il bambino piangere e sono riusciti finalmente a riportarlo alla luce. Dai primi accertamenti medici sembrerebbero scongiurato il rischio di danni interni.
Per quanto riguarda gli italiani, mentre iniziano a rientrare i primi scampati al disastro, la Farnesina ha reso noto che sono stati rintracciati altri cinque connazionali e quindi ora il numero degli irreperibili è sceso a cinque. All’aeroporto di Pratica di Mare sono in corso le operazioni di imballaggio dei primi aiuti umanitari che nelle prossime ore saranno caricati su un velivolo KC-767 del 14* Stormo dell’Aeronautica militare.
Quattro giorni dopo il sisma, Kathmandu è una polveriera di rabbia e tensioni: nella notte a migliaia si erano radunati vicino alla stazione delle corriere, poco distante dal Parlamento, nella speranza di riuscire a partire verso altre località del Paese. Quando si sono accorti che non c’era traccia delle 250 corse supplementari promesse dal governo per favorire gli spostamenti, ci sono stati scontri con i poliziotti in tenuta antisommossa. Anche il premier, Sushil Koiral, in visita a un ospedale di Kathmandu, è stato contestato. Tra gli errori rimproverati al governo, c’è anche quello di aver chiesto ai Paesi che si erano offerti di non inviare più team di soccorritori e medici, in quanto erano sufficienti le risorse già presenti sul territorio.
Le scosse sono diminuite in modo significativo, ma centinaia di migliaia di persone continuano a dormire in strada, perché le loro case sono distrutte o gravemente danneggiate. Il governo ha ammesso di essere stato travolto dall’enormità della catastrofe: “Ci sono stati alcuni punti deboli, ma il disastro è stato così enorme e senza precedenti che non siamo stati in grado di rispondere alle attese dei bisognosi”, ha detto il ministro delle Comunicazioni, Minendra Rijal Kantipur.
I primi elicotteri dei soccorsi sono comunque riusciti ad atterrare nelle più remote zone di montagna; e in altre zone, dove neanche gli elicotteri riescono ad atterrare, l’esercito ha cominciato a farsi strada via terra, prima in autobus, poi a piedi, inerpicandosi lungo sentieri sassosi, minacciati da frane e colpi di detriti.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Avvenire
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