Categorie: Pax et Justitia

Nigeria, bombe in moschea. Altra strage

Testimoni hanno riferito di aver contato almeno 64 vittime. Sull’attentato c’è l’ombra dei jihadisti di Boko Haram

Nuovo attentato in Nigeria, nella regione dove i jihadisti di Boko Haram tentano da mesi di imporre la loro influenza, fondando uno stato basato sulla legge islamica. L’esplosione è avvenuta questa volta in una moschea di Kano: si tratta di tre bombe e alcuni testimoni hanno riferito di avere contato almeno cinquanta vittime. L’attentato arriva a pochi giorni da quello in un mercato, dove sono morte almeno 64 persone e altre 126 sono rimaste ferite. Tre bombe nelle moschee L’attacco è avvenuto poco dopo l’inizio della preghiera del venerdì. “Due bombe sono esplose, una dopo l’altra nella Grande Moschea” ha detto alla France Presse Aminu Abdullahi, un fedele presente sul posto.

Un terzo ordigno è esploso poco dopo.  L’anatema dell’emiro Una delle esplosioni è avvenuta nella moschea di uno dei più noti capi spirituali nigeriani, Sanusi Lamido Sanusi, emiro di Kano, nel turbolento nord-est del Paese. L’emiro solo la scorsa settimana aveva esortato il nord-est della Nigeria, roccaforte dei Boko Haram, a prendere le armi contro i cosiddetti ‘Talebani d’Africa’, inimicandosi anche l’esercito perché ha messo in dubbio la capacità dei soldati di proteggere i civili.

Ufficialmente l’emiro di Kano è il numero due della  ‘gerarchia’ religiosa islamica nigeriana. Profughi in fuga da Boko Haram Intanto sono migliaia le persone che fuggono dalla zona verso la regione di Diffa, nel vicino Niger. Adrian Edwards, portavoce dell’agenzia Onu per i rifugiati spiega: “Il nostro ufficio a Diffa fa sapere che continuano ad arrivare persone dalla Nigeria, la maggior parte con delle barche attraversando il fiume Komadougou Yobe che separa i due Paesi ma altri cercando di passare a nuoto e alcuni sono annegati”. Testimoni locali hanno riferito che i miliziani islamisti hanno ucciso gli abitanti fino alle rive del fiume.

“Molti civili sono stati ammazzati nell’attacco di Damasak, in particolare giovani, ma hanno sparato anche a donne e bambini”. (Fonte: Rainews)

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