Autore del folle gesto è stata questa volta una giovane kamikaze, appena sedicenne, che si è fatta esplodere a Damaturu, uccidendo almeno 16 persone e causando una trentina i feriti. La kamikaze ha superato i controlli e poi si è fatta saltare in aria intorno alle ore 13 locali. La scena che si è presentata agli occhi dei testimoni era a dir poco raccapricciante con “brandelli di carne dappertutto”, ha raccontato Hassan Umar.
“Almeno 16 corpi sono stati portati via, mentre trenta risultano essere al momento i feriti. La maggior parte delle vittime erano bambini”, ha aggiunto Umar. Al momento nessuno ha rivendicato la strage, ma si sospetta che l’azione possa essere stata organizzata dai Boko Haram, che dal 2014 hanno iniziato ad arruolare donne kamikaze, per la facilità con la quale le combattenti possono nascondere esplosivi sotto le loro tuniche, eludendo così i controlli della sicurezza. Quello di oggi è tuttavia il primo attentato suicida che si verifica a Damaturu, la capitale dello Stato di Yobe, sebbene la città, con 90 mila persone, sia già stata attaccata negli ultimi tre anni dagli stessi jihadisti.
Solo ieri mattina i miliziani avevano lanciato un ennesimo raid a Gombe, sempre nel nordest della Nigeria. I terroristi erano passati attraverso un posto di blocco alle porte della città e poi avevano lanciato l’assalto. Poi in serata i militari nigeriani hanno affermato di avere respinto i miliziani grazie ad un’azione coordinata con truppe di terra e due caccia. Testimoni hanno riferito che i Boko Haram erano partiti dalla città abbandonando alcuni veicoli con decine di corpi.
Alcuni residenti di Gombe hanno raccontato che i jihadisti hanno anche minacciato i civili intimando di non votare alle presidenziali del 28 marzo, altrimenti verranno uccisi. Nella giornata di venerdì i Boko Haram si erano invece spinti più a nord, avevano attraversato il confine e attaccato per la prima volta il Ciad radendo al suolo buona parte del villaggio di Ngouboua, dopo avere trucidato alcuni civili. Un’azione punitiva contro le autorità di N’Djamena, per la loro adesione alla forza internazionale panafricana anti-jihadista. Fonte: Avvenire
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