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Nigeria: Natale degli sfollati a Maiduguri tra speranze e paura

Un Natale sotto assedio con gli sfollati sfuggiti alle violenze di Boko Haram. È quanto si è vissuto a Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, nella Nigeria settentrionale, nelle cui strade le autorità hanno vietato dal 25 al 28 dicembre la circolazione degli automezzi per scongiurare eventuali attentati suicidi.

Affollata Messa di Natale
Nonostante il timore di attacchi terroristici “i fedeli sono accorsi numerosi alla Messa di Natale, la maggior parte dei quali sono sfollati dalle aree della diocesi comprese nello Stato di Adamawa (Pulka, Madagali, Gulak, MichiKa, Mubi) che hanno espresso la loro fede in maniera eloquente” riferisce all’agenzia Fides padre Gideon Obasogie, direttore delle Comunicazioni della diocesi di Maiduguri.

Gli sfollati non possono celebrare il Natale


Buona parte dei 5.000 sfollati accolti a Maiduguri proviene infatti dalle aree dello Stato di Adamawa cadute sotto il controllo di Boko Haram. Queste persone, ricorda padre Obasogie “non hanno casa, non possono celebrare il Natale come al solito con i loro parenti e amici, o effettuare la tradizionale riunione annuale di famiglia, e sono costretti a vivere in uno stato di disperazione”.

Il Messaggio del vescovo di Maiduguri
Il messaggio di Natale del vescovo di Maiduguri. mons. Oliver Dashe Doeme “è stato di grande consolazione, ricordando che i loro disperati cuori diventano fondamento di una grande beatitudine perché i loro nomi sono scritti nel libro della vita in paradiso anche se stanno soffrendo sulla terra” riporta il direttore delle Comunicazioni sociali della diocesi di Maiduguri.

Natale celebrato con gioia
Nonostante le carenze nella sicurezza (anche perché si sono diffuse voci su terroristi suicidi travestiti da suore ndr.) il Natale è stato celebrato con grande gioia e fede nella città di Maiduguri” conclude padre Obasogie. Speriamo e preghiamo che le prossime elezioni nazionali avvengano in un clima pacifico e che la minaccia del terrorismo sia presto una cosa del passato”.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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