Il 30 Settembre scorso, sono state depositate dal Partito Radicale le firme in Corte di Cassazione su 12 referendum. Per i referendum sulla “giustizia giusta” che hanno superato le 500 mila sottoscrizioni, l’appuntamento è con il popolo italiano che potrà decidere direttamente su riforme che altrimenti non sarebbero state iscritte nell’agenda politica. Gli elettori non potranno invece abolire il finanziamento pubblico dei partiti e l’otto per mille, scegliere il divorzio breve, superare le leggi su immigrazione e droghe, perché su questi non si è raggiunto la soglia minima prevista dalla legge. Udite bene. Tra le consultazioni che non hanno passato il gradimento dell’elettorato c’era anche quello sulla droga, inserito nella mischia senza presentarlo nella sua reale mostruosità. Il suddetto referendum è stato sponsorizzato da un personaggio ambiguo dell’alta fnanza Geroge Soros.
Soros e’ attivo da molti anni anche in Italia proprio tramite il Partito Radicale (dal giugno 2012 e’ diventato anche formalmente membro del Partito) e realta’ ad essa collegate come, ad esempio, la Lega Internazionale Antiproibizionista- LIA, con il fine ultimo di rivoluzionare le politiche sulle droghe in chiave liberale attaccando principi, persone ed istituzioni in una offensiva che Soros stesso ha definito la “Guerra alla Guerra alla Droga”. E’ grazie infatti al suo, e dei suoi colleghi nella Finanza e nella grande Impresa, sostegno organizzativo ed economico che negli Stati Uniti si e’ avviata con successo la campagna referendaria e di lobbing politico-istituzionale nei singoli Stati per far “medicalizzare” la marijuana o legalizzarne l’uso tout court. Ma da quanto ci risulta e’ la prima volta che in Italia, Soros, utilizzi le strategie “Made in USA” e si adoperi in prima persona per una campagna mediatica al fine di orientare il consenso dell’opinione pubblica in favore di leggi per la cannabis.
La campagna referendaria del Partito Radicale diretto da Pannella e dalla Bonino in favore della depenalizzazione delle droghe si è avvalsa di un cortometraggio in forma di cartone animato. Il media scelto, il cartoon, seppur indirizzato, come recita il sottotitolo, “agli adulti”, rimane comunque il media piu’ attraente per i bambini che vedendolo, perche’ disponibile sulla Rete, potrebbero, per insufficienza di capacita’ critica e mancanza della necessaria cultura, anche credere a qualcuno dei luoghi comuni antiproibizionisti illustrati nel filmato. Il cartone animato ripropone infatti in maniera concentrata, anche se necessariamente sommaria, tutta la propaganda antiproibizionista sulla cannabis. Cio’ che forse rappresenta una novita’, lo si capisce dai ringraziamenti nei titoli di coda per il finanziatore del messaggio, la Fondazione Open Society, un ente voluto da uno degli uomini piu’ ricchi del pianeta, il finanziere George Soros, per portare avanti in tutto il mondo i suoi progetti di ingegneria sociale su basi ideologiche liberiste e libertarie.
Le droghe sono diventate parte della nostra cultura dalla metà dell’ultimo secolo. Nel 1960 queste sostanze venivano pubblicizzate dalla musica e dai mass media, permeando ogni aspetto della società. È stato stimato che a livello mondiale 208 milioni di persone fanno uso di droghe illegali. Negli Stati Uniti, un sondaggio a livello nazionale condotto nel 2007 sulla salute e sul consumo di droga ha mostrato che 19,9 milioni di americani (cioè l’8% della popolazione dai 12 anni di età) avevano fatto uso di droga durante il mese che precedeva il sondaggio. Probabilmente conosci qualcuno che è stato colpito dalla droga, direttamente o indirettamente. Quella più comunemente usata, e abusata, negli Stati Uniti, è l’alcol. Gli incidenti automobilistici connessi all’alcol sono la seconda maggior causa di decessi adolescenziali negli Stati Uniti.
La droga illegale più comunemente usata è la marijuana. Secondo il Rapporto Mondiale delle Nazioni Unite sulla Droga del 2008, circa il 3,9% della popolazione mondiale di età compresa tra i 15 e i 64 anni, abusano di marijuana. I giovani d’oggi sono più esposti che mai alla droga. In base ad un sondaggio condotto dai Centri per il Controllo delle Malattie nel 2007, il 45% degli studenti di scuola superiore a livello nazionale aveva bevuto alcol e il 19,7% aveva fumato erba nell’arco di quel mese. In Europa, un recente studio tra i giovani di 15 e 16 anni ha fatto notare che l’uso di marijuana varia da meno del 10 a oltre il 40%, con i tassi più alti riportati dagli adolescenti della Repubblica Ceca (44%), seguiti dall’Irlanda (39%), dal Regno Unito (38%) e dalla Francia (38%). In Spagna e nel Regno Unito l’uso di cocaina tra i 15 e i 16 anni è tra il 4 e il 6%. L’uso di cocaina tra i giovani è aumentato in Danimarca, Italia, Spagna, Regno Unito, Norvegia e Francia.
Di seguito alcune testimonianze di giovani usciti dalla droga: “Il mio scopo nella vita non era vivere… era avere uno sballo. Nell’arco degli anni ho fatto uso di cocaina, marijuana e alcol, con la falsa convinzione che mi avrebbero aiutato a fuggire dai problemi. Ha solo peggiorato le cose. Ripetevo a me stesso: ‘Smetterò definitivamente dopo quest’ultima volta’. Non è mai successo” (John). “Ho iniziato con la marijuana, poi con le pillole (ecstasy) e gli acidi, facendo miscugli con ogni tipo di droga, prendendone anche dosi esagerate per avere effetti più duraturi. Una sera ho avuto una brutta esperienza, un trip… Pregavo e piangevo affinché questa sensazione sparisse, sentivo voci nella mia testa, avevo dei tremiti e per sei mesi non sono potuto uscire di casa. Pensavo che tutti mi stessero guardando. Non riuscivo a camminare nei luoghi pubblici. Gente! Non riuscivo nemmeno a guidare. “Mi sono ritrovato a non avere più una casa e stare per la strada, a vivere e dormire su un cartone, fare l’elemosina e trovare modi per procurarmi da mangiare” (Anonimo). DonSa
Le fonti dell’articolo sono tratte da: http://it.drugfreeworld.org/about-us/about-the-foundation e www.osservatoriodroga.it