E’ il classico esempio di integrazione culturale perché ha la mamma marocchina e il papà berbero.
Come ti senti nei panni di una ragazza occidentale?
Mi sento bene, sono una ragazza araba adottata dal mondo occidentale, nel mio caso dall’Italia perché vivo qui, da quasi 17 anni. L’Italia è diventata la mia seconda casa.
Stando sulla base delle regole rigide, riservate alle donne musulmane, come ha appreso la tua famiglia la notizia della tua partecipazione al Grande Fratello?
Quando ho comunicato sia a mia sorella che a mia madre della mia partecipazione al reality show, con molta simpatia mi hanno consigliato di farlo, anche se inizialmente mia madre era abbastanza contraria però vedendo la mia decisione ha acconsentito a patto che portassi in alto, la bandiera della nostra comunità e del nostro paese, raccontando il lato bello di noi musulmani che spesso non si conosce, e questo è stato uno dei motivi per i quali ho deciso di partecipare all’edizione 2011 del Grande Fratello.
Non ho partecipato per i soldi ma semplicemente per fare conosce la mia gente perché spesso non se ne parla, e spero di essere stata una delle prime ragazze islamiche, ad aver contribuito alla conoscenza della nostra realtà.
Sei di religione musulmana. Puoi spiegarci esattamente in cosa credono i musulmani?
I musulmani credono in tutti i Profeti come Abramo, Noè, Gesù e Maometto; quest’ultimo ha una posizione di rilievo perché è stato colui che ha completato il popolo della terra. Molti pensano che noi crediamo soltanto a Maometto ed invece crediamo a tutti i Profeti ed anche a Maria Vergine Madre di Gesù, che è una figura femminile importante per la religione islamica. Crediamo in un unico Dio chiamato Allah.
Abbiamo letto tempo fa, un manifesto che riguardava le donne dell’Isis, dove si consigliava loro di sposarsi all’età di 9 anni, di concludere gli studi all’età di 15 anni e di passare la loro vita preferibilmente in casa. Cosa vuoi dire in merito a questo?
L’Isis non fa parte del mondo islamico, perché la religione islamica è una religione di fede e di pace e non di guerra. Io sono cresciuta nel mondo islamico e non avevo mai sentito parlare dell’Isis, sin da piccola.
Il fenomeno che stiamo vivendo nella nostra società odierna è dovuto semplicemente a giochi di potere camuffati dietro ad una religione ampissima e usano come capo espiatorio l’Islam.
Il mio paese cioè il Marocco è impegnato nella lotta contro il terrorismo e contro l’Isis, vogliamo distruggere quest’organizzazione che non fa altro che infangare una religione come la nostra, che è stata sempre per la pace.
Ti sei subito integrata in Italia? Credi che il nostro paese offra una buona integrazione?
Si mi sono subito integrata anche se ancora oggi ci sono delle problematiche di accettazione tra il mondo occidentale ed il mondo islamico. Ci sono ancora delle paure dovute anche a ciò che in tv vediamo dell’Isis, ma vorrei ricordare a tutti che la maggior parte di persone uccise dall’Isis sono proprio musulmane.
Tralasciando le paure, credo che l’Italia sia un paese di pace, di accettazione e di tolleranza.
C’è una città in particolare nel vostro paese che credo sia molto tollerante e storicamente importante per aver accolto gente da tutto il mondo, che è la città di Bologna. Ho vissuto a Bologna per un po’, e devo ammettere che il popolo italiano è incline all’accettazione.
Sono fiera di vivere in Italia e di essere accettata e soprattutto fiera di poter lavorare nel mondo della comunicazione nonostante le mie origini, e di poter parlare ed esprimere la mia opinione.
Come interpretate voi musulmani la morte?
Crediamo che c’è una vita nell’aldilà e che esiste il Paradiso e l’Inferno.
Invece cosa ne pensi di Papa Francesco?
Credo che sia una delle persone più comunicative che la Chiesa negli ultimi anni abbia avuto, ha molto carisma ed è capace di accogliere ed ascoltare.
Lui è sempre in prima linea con i bisognosi e sta in mezzo al popolo. Il gesto che ha fatto quando è stato eletto Papa è stato grandioso, in quanto non ha scelto il lusso ma ha scelto di stare in mezzo alle persone.
Servizio di Rita Sberna
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