Categorie: Musicae et Ars

Noli me tangere (Non mi toccare, non mi trattenere)

Questo splendido affresco si trova nel Convento di San Marco a Firenze. Dipinto dal Beato Angelico intorno al 1440, rappresenta il momento in cui Gesù appare a Maria Maddalena, dopo la Risurrezione.  Beato Angelico era un frate che aveva scelto l’ordine dei Domenicani osservanti e seguiva la Regola originale di completa povertà.  Anche ad uno sguardo veloce appare subito la delicatezza della scena che fa intuire una personalità ricca di spirito di contemplazione.

Nella Lettera del Papa Giovanni Paolo II agli artisti del 1999 leggiamo “L’artista, quando plasma un capolavoro, non soltanto chiama in vita la sua opera, ma per mezzo di essa, in un certo modo, svela anche la propria personalità ….Modello eloquente di una contemplazione estetica che si sublima nella fede sono, ad esempio, le opere del Beato Angelico

”.
Sappiamo bene che tutte le antiche icone venivano dipinte da monaci, che facevano settimane di digiuno e preghiera prima di avvicinarsi ad una tavola per la pittura. Inoltre Fra Angelico aveva esercitato l’arte della miniatura dei manoscritti e aveva quindi sviluppato la precisione e la conoscenza dei colori. I suoi affreschi sono pieni di una luce beatissima che passa dal bianco all’oro, fino a liquefarsi nello sguardo di chi contempla. Il rosso arancio dell’abito della Maddalena si coagula nel nimbo del Signore risorto che si volge a guardarla con la tenerezza di un Padre.
Le due figure sono come poggiate sul prato. Gli alberi e lo sfondo sono definiti con una tale precisione e finitezza e il verde fa da padrone con una infinita varietà di toni.
Gesù dice alla Maddalena: “Non toccarmi,(tradotto di recente con non mi trattenere), perché non sono ancora asceso al Padre, ma ora va’ dai miei discepoli e di’ loro: Ascendo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro.

Non è un rifiuto, ne un allontanamento, ma un invito a passare dalla carne allo Spirito, a saltare il guado che ci separa dalla materia per scorgere quella luce inaccessibile che nessun uomo può toccare e vedere ma solo adorare con gli occhi della Fede.

«Si vedono le due mani della Maddalena e la mano di Gesù che frena: che è l’immagine che abbiamo sempre dato del possesso verginale, che tende alla totalità. Ma fino a quando questo tendere alla totalità è a una spanna dal muso dell’altro, veramente si possiede, molto di più che neanche se ci si avventasse sul muso» (L.Giussani, Il tempo e il tempio).

Sono mani che si alzano non per possedere ma per parlare, non per prendere ma per accarezzare. Passa così dalla mano di Gesù risorto alle mani della Maddalena una tensione che diventa palpabile, come un lampo tra il tempo e l’eternità. L’attesa diventa così movimento; Maria corre dai discepoli e racconta, loro ascoltano e attendono, lo Spirito Santo scende e con un fuoco purificatore li conferma.
Nasce così l’evangelizzazione luogo dell’annuncio della Parola che redime, del passaggio della Grazia che salva.

Lucia Raiola

Tag: arteGesù

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