«Donna, ecco tuo figlio. Figlio, ecco tua madre». È tradizione nella comunità fondata da don Zeno affidare i bambini e ragazzi alle famiglie pronunciando le parole rivolte da Gesù sulla croce alla Madonna e a san Giovanni. Per la prima volta nella storia di Nomadelfia è un Papa a compiere questo gesto, per Nomadelfia denso di significato.
Qui in ogni gruppo di case vivono «famiglie allargate», quattro-cinque nuclei familiari – una trentina di persone – che condividono gli spazi della quotidianità. Hanno una casa centrale per cucinare, mangiare, fare attività comune; si dorme in casette separate.
Francesco, in visita pastorale oggi 10 maggio 2018, arriva al “Poggetto”, dove incontra il nucleo familiare che vi abita. Visita la casa centrale e la cappellina all’interno della quale affida a due famiglie due figli accolti con la formula in uso nella Comunità. Il Pontefice, pronunciando le parole di Gesù Crocifisso, consegna davanti all’Eucarestia due bambini alle rispettive famiglie.
A Nomadelfia vivono attualmente sessanta famiglie. Ci sono famiglie di «mamme di vocazione» e di sposi. Tutte le famiglie in Nomadelfia sono aperte all’accoglienza di figli in stato di disagio o di abbandono, che vengono loro affidati dalla Comunità. Non ci sono differenze tra i figli accolti e quelli nati dal matrimonio, tutti crescono insieme in famiglia. Ripeteva con forza don Zeno: «Questi sono figli di Dio, non vostri. Nessuno deve dire che il figlio è suo: è figlio di tutti».
Il gesto della consegna è profondamente legato al carisma di don Zeno. Il 6 gennaio 1931 nel giorno della sua prima messa, accoglie come figlio un giovane di 17 anni appena uscito dal carcere. Dicendo: «Lo prendo come figlio: sposo la Chiesa e così le faccio partorire un figlio di quelli molesti. È rinato un uomo al mondo: “non sono nati dal sangue, né dall’istinto, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio”. Mi sprofondavo con questo ardito atto di fede nel cuore del popolo per farmi padre, fratello, amico dei suoi figli più rovinati. Facevo una rivoluzione perché superavo il concetto di assistenza. Questa è Nomadelfia, questa è la rivoluzione nella Chiesa». E da allora più di 5 mila figli sono rinati nelle famiglie di Nomadelfia.
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Nella storia di Nomadelfia molti vescovi o cardinali hanno ripetuto, prima di Papa Francesco, il gesto di affidare i figli alle famiglie.
Il 13 novembre 1949 il cardinal Alfredo Ildefonso Schuster nel duomo di Milano affida 36 bambini provenienti dal brefotrofio alle mamme di Nomadelfia.Nell’occasione, di fronte a 30 mila persone, afferma: «Che cos’è il fenomeno di Nomadelfia? È il ritorno dei cristiani allo spirito del Santo Vangelo».
Il 19 gennaio 1984 il cardinale Carlo Maria Martini, in visita a Nomadelfia, affida durante la messa 14 figli alle famiglie. Il 29 giugno 1986 il cardinale Silvano Piovanelli è a Nomadelfia insieme al ministro Oscar Luigi Scalfaro. L’Arcivescovo di Firenze, alla presenza di oltre mille persone, celebra tre matrimoni, benedice una mamma di vocazione e consegna alle famiglie di Nomadelfia 22 nuovi figli.
Alla mamma di vocazione durante l’omelia dice: «E questa mamma, tu, che ricevi i tuoi bambini, e li ricevi dal Signore e dalla Chiesa, tu sei un segno per tutti noi dell’accoglienza che dobbiamo avere verso gli altri, per cui nel mondo gli orfani, secondo il cristiano, non esistono, perché ognuno di noi ha un cuore materno e paterno, e la Chiesa attraverso di noi vuole esprimere quella maternità che ella sempre contempla in Maria, la Madre del Signore e degli uomini».
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Fonte: Vatican Insider
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