La Chiesa ha scelto di ricordare San Giovanni Paolo II il 22 ottobre, giorno in cui il “Papa polacco” pronunciò il suo discorso di inizio Pontificato. Intervento che segnò un nuovo percorso nella storia dell’uomo e che mostrò il coraggio di annunciare Cristo a quella parte di mondo che invece, Cristo, lo aveva voluto estirpare.
In virtù delle parole pronunciate da Simon Pietro “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”, Giovanni Paolo II dichiarava la sua fiduciosa preghiera:
“O Cristo! Fa’ che io possa diventare ed essere servitore della tua unica potestà! Servitore della tua dolce potestà! Servitore della tua potestà che non conosce il tramonto! Fa’ che io possa essere un servo! Anzi, servo dei tuoi servi”.
Dalla consapevolezza che “la potestà assoluta e pure dolce e soave del Signore risponde a tutto il profondo dell’uomo” e “non parla con un linguaggio di forza”, il Papa invitava ad accogliere Cristo con parole che sarebbero passate alla storia:
“Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!”
Punto di ancoraggio per capire il pensiero di Giovanni Paolo II è, dunque, Cristo “in cui – spiega don Massimo Serretti, docente di Teologia alla Pontificia Università Lateranense – tutto il mistero di Dio si rende presente nella storia umana”. “In quei 27 anni di Pontificato – prosegue – ha tenuto sempre fermo il registro principale e, cioè, di continuare a mostrare come Gesù Cristo sia l’unica vera risposta a tutte le attese dell’uomo e di tutti gli uomini”.
Raccontare un Santo in poche righe sembra quasi “offendere la sua grandezza” – confessa don Serretti – “soprattutto se parliamo di Giovanni Paolo che ha lasciato la sua impronta in numerosi ambiti diversi”.
In questo caso, i numeri aiutano a capire l’ampiezza del suo Magistero. Tra i documenti principali si annoverano: 14 Encicliche, 15 Esortazioni apostoliche, 11 Costituzioni apostoliche e 45 Lettere apostoliche. Grandi numeri anche se si considerano le visite pastorali in Italia (146) e i viaggi apostolici (104). Milioni, inoltre, i fedeli incontrati e i giovani che si riunivano in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù.
In Giovanni Paolo II anche il “non aver celato al mondo intero la sua sofferenza, ha un tratto cristologico fortissimo che è stato recepito – conclude don Serretti – in maniera straordinaria da tutti”. “Non ha temuto di mostrare il volto indebolito perché, in quello stesso volto, il Padre ha voluto mostrare la Sua forza e la Sua potenza, così come fece nel volto dell’Ecce homo, Suo Figlio”.
Forse, è anche per questo che ritornano alla mente quelle parole pronunciate 39 anni fa dal “Papa polacco” che segnarono l’inizio di un nuovo cammino nella “storia santa” di tutti e di ogni uomo. “Non abbiate paura! – ci diceva – Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!”
di Emanuela Campanile per la Radio Vaticana