«Quando l’Inghilterra decise di costruire un enorme radar, che consente di conoscere con quattro minuti di anticipo l’arrivo di un missile balistico intercontinentale, venne indetta un’inchiesta presso i lettori dei giornali Dailiy Express e Star, sulla domanda: Come impieghereste i vostri ultimi quattro minuti di vita? Ecco alcune risposte:
“Trascorrerei i miei ultimi quattro minuti odiando tutto e tutti. Non avrei più alcuna ragione, infatti, per nutrire amore per l’umanità”.
C’è chi ha dichiarato candidamente: “Berrei l’ultima tazza di the”. E chi: “Prenderei il mio cane e mi metterei a giocare con lui in giardino”.
Una signorina sentimentale: “Danzerei per ricordare il giorno più bello della mia vita, quando debuttai in un balletto.”
Un buon padre di famiglia: “Se mi trovassi fuori cercherei di rientrare in casa per trascorrere gli ultimi quattro minuti insieme a mia moglie e ai miei bambini”.
Buona parte dei cittadini britannici ha dichiarato: “Mi inginocchierei e pregherei Dio”.» (Tratto dalla rivista “Papa Giovanni”, n. 15, Ottobre 1990)
«Non si vive che una sola volta, e com’è grande il numero di quelli che al mondo non vivono neppure una volta!» (Ruckert).
«L’uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa.» (William James).
Non aspettiamo gli ultimi quattro minuti per inginocchiarci, pregare Dio, e trasformare la nostra vita – liberi da ogni paura – in qualcosa di meraviglioso.
Pensare alla morte non significa essere pessimisti e tetri ma significa prepararsi, dando alla nostra esistenza terrena quell’orientamento, quel senso e quel criterio che sviluppi e perfezioni quella vita divina di cui siamo già partecipi e che diverrà vita di gloria-senza-fine quando abbandoneremo la condizione di vita mortale.
E la gioia vera arriverà come balsamo, sin da questa, di vita…
Fonte fermenticattolicivivi.wordpress.com