Il diario di un professore tra i poveri.
È uscito da qualche settimana il volume di Angelo Romeo, Non chiamateci barboni, il vangelo tra i poveri (EDB 2019) con la prefazione del Card. Francesco Montenegro, che riporta il diario dell’esperienza tra i poveri di Roma, di Angelo Romeo, docente universitario che vive oltre al suo lavoro, l’esperienza di vita quotidiana a contatto con gli ultimi della capitale. Si tratta di un testo, come sottolinea l’autore, che è stato scritto soprattutto per tutti quegli uomini e quelle donne che hanno perso fiducia in loro stessi a causa della disperazione vivendo in strada. Il volume non ha la pretesa di insegnare nulla, sottolinea l’autore. È il libro testimonianza di un cristiano semplice e senza pretese.
E’ l’invito a guardare gli ultimi non come scarto di questa società, ma dotati di una dignità, che nessuna condizione potrà eliminare. È il diario di un laico che rilegge il vangelo nelle quotidianità di chi si sente perso e solo. C’è una parte del libro ambientata a Calcutta, dove l’autore ha vissuto una sua esperienza molto forte ma carica di gioia tra la gente di Madre Teresa. “Mi sono seduto accanto ai poveri – scrive Angelo Romeo – non perché sia un eroe, ma perché da cristiano sento doveroso farlo”. Ridare luce a chi soffre con piccoli passi di reinserimento o semplicemente con un abbraccio e una parola, perché “il cibo finisce, l’amore no”.
Prefazione del cardinale Francesco Montenegro
All’ombra della cupola di San Pietro, sui marciapiedi della stazione Termini e nelle vie sotto i ponti del Tevere, gli ultimi, i clochard, popolano la vita quotidiana di una grande città come Roma. Nell’anonimato ci passano accanto e spesso non ci facciamo nemmeno caso. Sono le persone che vengono chiamate «barboni», ma dietro quei volti anonimi si nascondono vissuti umani, drammi, storie di rassegnazione e di abbandono. A molti di loro mancano una coperta e qualcosa da mangiare, ma soprattutto qualcuno che li ascolti, che li ami. In queste pagine si raccontano alcune delle loro storie, vicende in grado di fare emergere ciò che nessuna condizione può annullare: la difesa della propria dignità e il bisogno di essere amati nonostante tutto. Il testo riporta anche un’esperienza vissuta a Calcutta, che ci conduce per le strade di una città, spesso conosciuta esclusivamente per la miseria, dove però solidarietà e amore toccano chiunque vi si immerga, guardandola con gli occhi amorevoli di Madre Teresa.
Angelo Romeo, sociologo, insegna Sociologia all’Università di Perugia, all’Università Pontificia Salesiana e alla Pontificia Università Gregoriana. Impegnato da anni nel sociale, ha fatto esperienze di volontariato in Italia, India e Bosnia Erzegovina, presso carceri italiane, centri di accoglienza, comunità di recupero per giovani. Collabora con le Missionarie della carità, di Madre Teresa di Calcutta a Roma. Tra le sue pubblicazioni recenti: La meglio gioventù di Scampia (con Aniello Manganiello, Imprimatur 2014) e Posto, Taggo dunque sono?” (Mimesis 2017).
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