Non convertito ma innamorato

Quando domani il presidente del parlamento europeo Schulz e il presidente della Commissione Juncker verranno appositamente a Roma per conferire a Papa Francesco il premio Carlo Magno – il premio internazionale che viene conferito ogni anno a personalità che si distinguono per il lavoro svolto in favore dell’integrazione e dell’unione in Europa – dovremo aspettarci un discorso molto forte da parte del vescovo di Roma. Lo ha detto ieri sera al Teatro Eliseo Eugenio Scalfari nel corso dell’incontro Processo al Potere.

“Questo è il primo Papa che ha detto che Dio è uno, e non è di nessuno. I cristiani sono una delle confessioni. La divinità è una poi ognuno ci arriva attraverso le proprie tradizioni, ma il Dio è unico”, così il fondatore di Repubblica. “Oggi questa questione è di un’importanza enorme – ha proseguito Scalfari – e lui cerca un affratellamento non solo con cristiani, ma anche coi musulmani. Gli è stato assegnato il Premio Carlomagno: vedrete che farà un intervento memorabile sull’Europa e le religioni che la abitano”.

Quello che Scalfari racconta del Papa è qualcosa che racconta di loro due: cioè di lui e di sé stesso. Il “direttore”, come lo chiamava Lucia Annunziata durante la serata, ha parlato di pensieri suoi, di emozioni condivise, di un’amicizia. “Lui ha detto che è mio amico” ha detto Scalfari nel silenzio di una platea attenta ed emozionata. Se per qualcuno la parola amicizia ha poco peso, dirò che Scalfari è innamorato di Papa Francesco. Se per il Papa Dio è uno e non è di nessuno, questo Papa – a guardare Scalfari – è unico e non è di nessuno. Perché è di ciascuno.

Al di là delle disquisizioni dotte sul potere, sui gesuiti, sulla chiesa, ci sarebbero da riportare le frasi piccole e personali del rapporto di due uomini cui la parola rispetto, stima reciproca, va stretta. Amore è quella giusta, non bisogna aver paura di usarla. Il segreto di tutto – anche del futuro dell’Europa – è fare innamorare le persone della propria vita ed innamorarsi di loro con il desiderio di conoscerle e farsi conoscere.

Francesco per far conoscere chi è lui, gesuita, a Scalfari, non gli ha citato gli statuti della Compagnia ma gli ha parlato di cinema: Mission, quello con Robert De Niro e le musiche di Ennio Morricone. Relazione intima, domande intime: “Perché si è chiamato Francesco e non Ignazio? Perché io, non essendo un mistico, amo i mistici: e Francesco lo era più d’Ignazio”.

Quando Francesco telefona a Scalfari, si presenta come “il rivoluzionario” tanto che il fondatore di Repubblica teme che siano Cruciani e Parenzo de La Zanzara. C’è rivoluzione più grande di un Papa che prima di essere ascoltato vuole ascoltare, che si augura che Scalfari non si converta “visto che lei mi serve perché io voglio parlare con un non credente che apprezza Gesù. E se lei si converte io non ho più con chi parlare”. Sì, Dio è uno. E questo Papa è unico.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da Huffingtonpost

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