In occasione della VIII Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco ha lanciato un accorato invito rivolto alla Chiesa, ai Governi, alle Organizzazioni internazionali e a ciascun cristiano: non distogliere mai lo sguardo dai poveri.
Durante la celebrazione eucaristica, il Santo Padre ha esortato a vivere una fede operosa, impastata di compassione, che si faccia vicina ai sofferenti per lenire le loro ferite e cambiare la loro sorte. Solo così, ha ricordato, la Chiesa “diventa sé stessa, casa aperta a tutti”.
La compassione di Gesù come modello di speranza
Francesco ha sottolineato come Gesù stesso si sia fatto povero per amore dell’umanità. Nel Vangelo della giornata, il Pontefice ha trovato un messaggio di speranza incrollabile, anche nel buio delle angosce umane. “Proprio quando tutto sembra crollare, Dio si fa vicino”, ha spiegato, invitando i fedeli ad allenare lo sguardo per riconoscere la presenza di Dio nelle difficoltà e nella sofferenza. Nel cuore delle tragedie del nostro tempo—dalle guerre alla fame, dalla disoccupazione alla solitudine—la fede cristiana offre una visione profetica capace di scorgere germogli di vita anche tra le macerie.
La speranza non è un sentimento ingenuo o superficiale, ma una certezza profonda che nasce dall’incontro con il Cristo risorto, il quale ha già spezzato le catene della morte. Egli ci chiama a non fermarci al lamento o alla rassegnazione, ma ad agire con fiducia, rendendo concreta la sua presenza attraverso il nostro amore fattivo. Questo atteggiamento non riguarda solo eventi straordinari, ma coinvolge la quotidianità di ogni cristiano, che può diventare seminatore di luce e di giustizia con azioni piccole ma significative.
Un impegno concreto per la carità
Papa Francesco ha sfidato i cristiani a riflettere sul loro atteggiamento verso i poveri:
“Guardiamo negli occhi chi chiediamo di aiutare o distogliamo lo sguardo? Tocchiamo le loro mani o gettiamo una moneta senza attenzione?”
Essere discepoli di Cristo significa avvicinarsi alla sofferenza altrui con autentica solidarietà, rendendo la propria vita un segno della presenza del Signore. Citando l’enciclica Fratelli Tutti
Una Chiesa che si fa casa attraverso il servizio
Papa Francesco ha richiamato le parole del Cardinale Carlo Maria Martini, per ribadire che la Chiesa non esiste prima e separata dai poveri. È servendo i poveri che essa diventa davvero “casa aperta a tutti” e riflesso della compassione di Dio.
Concludendo l’omelia, il Pontefice ha esortato con fermezza:
“Lo dico alla Chiesa, ai Governi, alle Organizzazioni internazionali e a ciascuno di noi: per favore, non dimentichiamo i poveri”.
Segni concreti di speranza
Prima della Messa, Papa Francesco ha benedetto simbolicamente le chiavi delle nuove abitazioni che saranno costruite in 13 Paesi grazie al Progetto “13 case” della Famiglia Vincenziana. Tra queste, la Siria riceverà un supporto diretto dalla Santa Sede, un gesto di carità per l’Anno Santo.
Al termine della celebrazione, il Papa ha condiviso un pranzo con 1.300 poveri nell’Aula Paolo VI, segno concreto di prossimità. Ogni partecipante ha ricevuto uno zaino contenente viveri e prodotti per l’igiene personale, donati dai Padri Vincenziani.
Un richiamo per il futuro
La Giornata Mondiale dei Poveri non è solo un evento, ma un appello a vivere una mistica dagli occhi aperti, capace di riconoscere la sofferenza e rispondere con compassione concreta. Con i gesti di ogni giorno, ha detto il Papa, possiamo far germogliare le prime foglie di un mondo nuovo, segno dell’estate di Dio che si avvicina