RIFLESSIONE SUL VANGELO DI QUESTO VENERDI’ – Alfonso de’ Liguori, nacque a Napoli nel 1696, si laureò in diritto civile e canonico, esercitò l’avvocatura in patria con successo, finchè, in seguito a grave crisi interiore, l’abbandonò e abbracciò il sacerdozio. L’arcivescovo di Napoli gli affidò l’evangelizzazione dei poveri ed egli percorse le campagne predicando le “missioni popolari”. Fondò anche la Congregazione del Santissimo redentore. Sant’Alfonso è autore fecondissimo di trattati di devozione. Coltivò la teologia morale, della quale è ritenuto maestro. In seguti fù vescovo di Sant’Agata dei Goti, per tredici anni e morì nonagenario, fra i suoi missionari a Nocera de’ Pagani, il 1 Agosto del 1787.
Gesù, dopo questa lunga assenza, ritornò verso la sua terra e, come era abitudine, nel giorno di sabato si recò alla riunione della comunità. Prese la parola e cominciò ad insegnare. Ma alla gente le sue parole non piacquero. Il Cristo che loro avevano conosciuto, non sembrava essere lo stesso. Perché era diventato così diverso? A Cafarnao la gente accettava l’insegnamento del Signore, ma qui a Nazaret la gente si scandalizzava: “Da dove mai viene a costui questa sapienza e questi miracoli? Non è egli forse il figlio del falegname? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi? Da dove gli vengono dunque tutte queste cose?” Non accettavano il mistero di Dio presente in un uomo comune come loro! Non tutto andò bene per Gesù. Le persone che dovevano essere le prime ad accettare la predicazione del Maestro, si rivelarono meno disposte ad accettarla. Lo stesso avviene oggi: ascoltare la voce di Dio, provoca disagio anche nella Chiesa. Tanti profeti e testimoni sono denigrati e ridotti al silenzio, perché non rispettano gli schemi di coloro che detengono il potere. Nemmeno i più vicini, sono in grado di riconoscere il passaggio del Signore! Gli occhi e il cuore sono troppo infatuati da una fede troppo comoda capace soltanto di giustificare le personali convinzioni. Gesù scardina con forza la mentalità dei sapienti, e invita a ritornare a lui! Vogliamo essere come gli abitanti di Nazaret, i quali non volendo riconoscere in Gesù il messia, giustificano il rifiuto affermando “forse costui non è il figlio di Giuseppe?”, oppure lasciamo aperte le porte del cuore al Signore affinchè lui possa trasformarci in creature nuove? a cura di don Salvatore Lazzara