C’è un video che mostra perché la squadra mobile di Francesco Nannucci sta indagando su una Rsa di Prato, una casa di ricovero per anziani.
Si sentono poche parole e molti grugniti, parolacce, urli. Volano schiaffi. Si vedono corpi nudi e magri come a Auschwitz. Dovevano accudirli, invece li maltrattavano, li picchiavano, li schernivano. Diciassette indagati. Diciassette persone riprese da una video camera nascosta a seguito di denuncia. Infermieri, badanti, portantini, assistenti per anziani, operatori sanitari, non so come si dica il lavoro che dovevano fare. Cioè, che avrebbero dovuto fare. Perché quello che hanno fatto è roba da kapò. Sarà la magrezza di quei corpi vecchi, le carni appese alle ossa e le gambe rattrappite e le braccia che cercano di coprire la testa per proteggersi dagli schiaffoni. Ma non è la Germania nazista: è una casa di cura 2015 della civilissima Italia.
Questo male è pura vergogna, puro orrore, puro male vigliacco. Quello che ti dici subito che non ce la fai nemmeno a guardare il video, che tu non c’entri niente con quello, che non vorresti mai averci a che fare. Già al primo minuto si fa fatica a tenerci sopra lo sguardo. Picchiare un uomo inerme, una donna nuda e rannicchiata su se stessa, scaraventarli nel letto come non faresti nemmeno con un cuscino vecchio, tirar loro i capelli e urlar loro addosso parole ignobili. Parole di schifo e di umiliazione continua su persone inermi e malate che non possono parlare, reagire. Nulla. Mi batte alle tempie la loro paura.
Bambini e persone anziane sono inermi. Mi è venuta in mente la pedofilia più schifosa, quella familiare. Chi ti dovrebbe accudire è chi ti violenta: ti hanno stuprato poche ore fa e tra qualche ora torneranno e tu puoi solo immaginare il peggio sapendo che sarà ancora peggio.
Anche qui non hai dove scappare, non sai come difenderti. Perché torneranno e tu non riesci neppure a muoverti dal letto. Non hai più lo stimolo della pipi. Non sai se l’hai fatta o no. Sei terrorizzato di non averla fatta perché sai che è mortale non urinare, e invece arriva quello e urla e ti malmena perché te la sei fatta addosso. Puro abisso, puro terrore, paura che paralizza.
Però ho una domanda che rende tutto ancora più nero. Non conosco la storia di quegli anziani però ho una domanda brutta da fare: le loro famiglie dov’erano? E se quella violenza fosse solo la punta dell’iceberg della solitudine in cui sono stati gettati dalle loro famiglie?
Chi è stato in ospizi per anziani sa riconoscere subito la famiglia che chiede aiuto perché davvero non ce la fa più, da quella che vuole solo “scartare il papà”, come direbbe il Papa. Ci sono mogli che non riescono più ad accudire il padre perché hanno il marito all’ospedale con un tumore. Le riconosci perché ti chiedono di vedere la stanza, parlano con l’infermiera, vengono una volta la settimana o anche più spesso a sapere come stai. E poi ci sono quelli che dicono: “Papà ha la pensione e dei risparmi da parte: le faremo avere i soldi”, e non si vedono più. È su questi ultimi che esplode il mostro, la furia assassina, la ferocia. Ai primi, quella con famiglia alle spalle, non succede. Noi a quale specie apparteniamo?
Di Don Mauro Leonardi
Articolo tratto da L’HuffigntonPost