Iddio parla, bensì, una volta ed anche due, ma l’uomo non ci bada; parla per via di sogni, di visioni notturne, quando un sonno profondo cade sui mortali, quando sui loro letti essi giacciono assopiti; allora egli apre i loro orecchi e dà loro in segreto degli ammonimenti, per distoglier l’uomo dal suo modo d’agire e tener lungi da lui la superbia; per salvargli l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale. (Giobbe 33:14-18)
Il 24 luglio 1895 l’allora sconosciuto neurologo Sigmund Freud, analizzando un sogno avuto la notte precedente, iniziò una ricerca che darà vita al suo saggio “L’interpretazione dei sogni” e che sarà una delle basi della psicoanalisi.
Le tesi di Freud si basavano sostanzialmente sul convincimento che i sogni siano una forma di pensiero che si manifesta durante il sonno in uno stato allucinatorio controllato che appaga i nostri desideri: in sostanza i sogni sono puramente delle “scene” che vorremmo vivere, situazioni immaginarie ricreate dalla nostra psiche al fine di compensare eventuali falle della realtà sensibile.
Inoltre, per Freud il sogno esprime sempre un desiderio sessuale, attuale o pregresso.
Tale approccio materialistico ed estremamente razionale, sebbene lodato oltremisura in molti contesti accademici, mostra chiaramente molte falle interpretative ed è di per sé riduttivo, poiché esclude ogni altro significato e finisce col riportare tutti i contenuti onirici a manifestazioni sessuali.
La “svolta” di Sigmund Freud di fatto divide la storia dell’interpretazione dei sogni, in perfetta antitesi con i secoli a lui precedenti: sin dai tempi più antichi erano visti sotto una luce di sacralità, di devoto rispetto, tema persino della mitologia mesopotamica (“Il sogno di Gilgamesh“) e di approfonditi studi da parte degli egizi con il “Libro dei sogni ieratico“, composto nel 2052-1778 avanti Cristo.
Nell’antica Roma ogni cittadino poteva comunicare al senato un sogno che gli sembrasse importante per il destino dell’Impero.
Oggigiorno ci troviamo sostanzialmente in bilico tra due visioni differenti: da una parte vi è l’astrologia con lo smodato amore per l’interpretazione e la mistificazione dei sogni – approccio che proviene dal paganesimo antico – e dall’altra una visione totalmente basata su presupposti razionali e psicologici.
Spesso, nel bipolarismo moderno, ci troviamo spaesati, incapaci di comprendere quale strada prendere.
Le domande alle quali tenteremo di rispondere saranno dunque le seguenti: come dovrebbe un cristiano analizzare i propri sogni? può Dio realmente parlaci tramite visioni notturne e sogni?
Nelle Sacre Scritture
Le interpretazioni dei sogni nella Bibbia non dipendono né dall’astrologia né da qualunque altra scienza occulta, ma sono semplici e dirette; i sogni sono interpretati simbolicamente e sono il mezzo con cui il Signore parla al suo popolo.
Abramo cadde in un profondo sonno durante il quale Dio gli preannunciò che i suoi discendenti avrebbero dimorato come stranieri in un paese non loro, e vi sarebbero stati schiavi per quattrocento anni, e dopo Dio avrebbe giudicato quella nazione di cui sarebbero stati schiavi ed essi se ne sarebbero partiti con grandi ricchezze (Genesi 15:12-16).
Dio venne di notte in un sogno al re Abimelec per dirgli che la donna che si era presa, ovvero Sara, aveva marito e perciò la doveva restituire ad Abramo: nel caso non l’avesse restituita egli sarebbe morto con tutto il suo casato (Genesi 20:1-7).
Giacobbe ebbe un sogno mentre andava verso Charan, in cui vide una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo, e gli angeli di Dio che salivano e scendevano per la scala, ed il Signore gli parlò (Genesi 28:10-22). Giuseppe, figlio di Giacobbe, ebbe dei sogni in cui Dio gli preannunciò che i suoi fratelli si sarebbero un giorno prostrati davanti a lui (Genesi 37:5-11). Il re Salomone ebbe un sogno in cui gli apparve Dio e gli chiese di domandargli quello che voleva e il figlio di Davide gli chiese la capacità di distinguere il bene dal male (1 Re 3:4-15).
Nabucodonosor II, re di Babilonia, ebbe un sogno in cui il Signore gli mostrò i regni che si sarebbero succeduti dopo il suo (Daniele 2:1-49), questo sogno gli fu interpretato dal profeta Daniele. Sempre questo re ebbe un sogno in cui Dio gli mostrò il giudizio che avrebbe eseguito su di lui per essersi inorgoglito in cuore suo (Daniele 4:1-37), anche in questo caso il sogno fu interpretato da Daniele.
In generale, in tutto l’Antico Testamento, i profeti e sognatori sono menzionati insieme a causa della connessione tra profezia e sogni (1 Samuele 28:6; Deuteronomio 13:2-4; Geremia 23:25-32).
Nel Nuovo Testamento l’azione di Dio viene ancora in risalto e confermata tramite le visioni notturne.
Giuseppe, il marito di Maria, ebbe un sogno proprio quando si accingeva a lasciare occultamente Maria perché ella era incinta, e in questo sogno gli apparve un angelo del Signore che gli disse di non preoccuparsi di prendere in moglie Maria perchè ciò che in lei era generato era dallo Spirito Santo (Matteo 1:18-25).
I magi venuti dall’Oriente, dopo avere trovato il fanciullino Gesù e averlo adorato, ricevettero un sogno da parte di Dio in cui Dio gli disse di non ripassare da Erode (Matteo 2:12).
Giuseppe ebbe inoltre un altro sogno in cui un angelo del Signore gli disse di fuggire in Egitto con Maria e il fanciullino Gesù e di restarvi fino a che lui non gli avesse detto di tornare in Israele (Matteo 2:13-15).
Sempre Giuseppe, mentre era in Egitto, dopo che fu morto Erode ricevette un altro sogno in cui un angelo del Signore gli ordinò di tornare in Israele (Matteo 2:19-21). Ed una volta tornato in Israele, dato che in Giudea regnava Archelao invece di Erode, fu divinamente avvertito in sogno e andò ad abitare in Galilea (Matteo 2:22-23).
Le stesse rivelazioni presenti nel libro dell’Apocalisse, redatto da San Giovanni, furono comunicate all’Apostolo tramite sogni e visioni.
Cristianesimo e sogni: cosa fare?
Sin dai tempi medievali il dilemma tormentava teologi e uomini di Chiesa, spesso alimentato da un testo anonimo dal titolo “Opusculum de conversione sua” (XII secolo) che ebbe grande fortuna in Europa ed una fama che continuò per alcuni secoli successivi. Vi si narrava la conversione di un giovane giudeo di nome Ermanno che, in seguito ad un sogno, si era convertito alla religione cristiana.
Si procedette dunque a distinguere i “segni veri” considerati prerogative dei santi (vedere I sogni di Don Bosco), di mistici e di monaci venerabili e perfino di sovrani, e i “segni falsi” che sarebbero stati inviati dai diavoli con lo scopo di dannare l’anima degli uomini, ed infine i “segni umani” nati dalla stessa natura umana, dunque da considerarsi non d’origine sovrannaturale – questi concetti vennero poi approfonditi, seppur velocemente, anche da San Tommaso d’Aquino.
Eppure, ad oggi il tema non è mai stato trattato con la dovuta chiarezza e Gerard Condon, sacerdote cattolico della diocesi di Cloyne in Irlanda, già direttore del Pontificio collegio irlandese a Roma, giustamente in un suo scritto si è chiesto se la teologia e la spiritualità cattoliche non si siano fatte “scippare” da piscologia e New Age un tema che sarebbe invece di loro competenza. E non si siano accorte di una diffusa richiesta, fra i credenti, di una guida al mondo dei sogni.
La linea guida che suggerisce Condon è quella di seguire in principio la tecnica di meditazione proposta da Sant’Ignazio di Loyola nei suoi “Esercizi Spirituali”, per poi portare il risultato della meditazione sui sogni all’attenzione del direttore spirituale.
Un intervento esterno è necessario perché “un caposaldo della direzione spirituale cristiana è che nessuno è buon giudice dei propri casi”.
Ma l’interpretazione dei sogni, per capire quale possa essere il segnale che Dio ci manda, “deve essere saggiamente contenuta”, senza cadere dunque in interpretazioni forzate o pilotate verso interessi personali.
Risulta pertanto chiara l’impossibilità di negare che il Signore, nei modi e con i simboli che solamente Lui sceglie (i quali devono logicamente essere conformi alle Sacre Scritture, alla teologia ed alla morale cristiana), può effettivamente comunicare con noi nella sfera onirica.
Prudenza innanzitutto: poichè se il saggio Giobbe ci conferma che “Iddio parla per via di sogni” (Giobbe 33:14), è anche vero che il Demonio, per imitazione, può tentare di deviarci tramite false visioni o incubi.
Nel cammino del discernimento che dobbiamo tutti percorrere è dunque giusto far rientrare l’esperienza dei sogni, evitando d’estremizzare l’interesse verso di essi sfociando in pratiche esoteriche che ben poco possono aiutarci nel decriptare messaggi a noi in un primo momento ignoti.
Redazione Papaboys (Fonte www.veniteadme.it)