CITTA’ DEL VATICANO – “Non stancatevi mai di essere misericordiosi”: così, Papa Francesco nella Messa di ordinazione di 13 nuovi presbiteri, in corso nella Basilica di San Pietro. Tra questi 6 italiani, 4 originari dell’America Latina, uno dal Pakistan, uno dalla Corea del Sud, uno dal Vietnam. Papa Francesco ha raccomandato ai nuovi sacerdoti la “capacità di perdono” sottolineando che “il Signore non è venuto a condannare ma a perdonare”.
Quindi, ha affermato che i sacerdoti non sono padroni della dottrina ma alla dottrina piuttosto devono essere fedeli. Francesco ha poi espresso il suo dolore per quanti in confessione hanno sentito che la Chiesa chiudeva loro “le porte in faccia”.
Il testo dell’omelia pronunciata da Papa Francesco
Fratelli carissimi, questi nostri figli e fratelli sono stati chiamati all’ordine del presbiterato. Come voi ben sapete il Signore Gesù è il solo Sommo Sacerdote del Nuovo Testamento, ma in Lui anche tutto il popolo santo di Dio è stato costituito popolo sacerdotale. Non di meno fra tutti i suoi discepoli, il Signore Gesù vuole sceglierne alcuni in particolare, perché esercitando pubblicamente nella Chiesa il suo nome e l’ufficio sacerdotale a favore di tutti gli uomini continuassero la sua personale missione di Maestro, Sacerdote e Pastore. Dopo matura riflessione noi stiamo per elevare all’ordine dei presbiteri questi nostri fratelli, perché al servizio di Cristo, Sacerdote e Pastore cooperino a edificare il Corpo di Cristo, che è la Chiesa di Cristo, il Popolo di Dio è tempio santo nello Spirito. Essi saranno infatti configurati a Cristo, Sommo ed Eterno Sacerdote, ossia saranno consacrati come veri sacerdoti del Nuovo Testamento. E a questo titolo che li unisce nel sacerdozio al loro vescovo, saranno predicatori del Vangelo, pastori del popolo di Dio e presiederanno le azioni di culto, specialmente nella celebrazione del sacrificio del Signore.
Quanto a voi, dilettissimi figli, che state per essere promossi all’ordine del presbiterato, considerate che esercitando il ministero della sacra dottrina sarete partecipi della missione di Cristo, unico Maestro.
Dispenserete a tutti quella parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia, dalle vostre mamme, dalle vostre catechiste. Leggete e meditate assiduamente la Paraola del Signore per credere ciò che avete letto, insegnare ciò che avete appreso nella fede, vivere ciò che avete insegnato. Sia, dunque, nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, che non è vostra e voi non siete padroni della dottrina! E’ la dottrina del Signore e voi dovete essere fedeli alla dottrina del Signore! Sia, dunque, nutrimento al popolo di Dio la vostra dottrina. Gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola e l’esempio edifichiate la casa di Dio, che è la Chiesa. E così voi continuerete l’opera santificatrice dì Cristo. Mediante il vostro ministero il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto, perché congiunto al sacrificio di Cristo, che per le vostre mani, in nome di tutta la Chiesa, viene offerto … sull’altare della celebrazione dei santi misteri. Riconoscete, dunque, ciò che fate, imitate ciò che celebrate, perché partecipando al mistero della morte e della risurrezione del Signore, portiate la morte di Cristo nelle vostre membra e camminiate con lui in novità di vita.
Con il Battesimo aggregherete nuovi fedeli al popolo di Dio; con il sacramento della Penitenza rimetterete i peccati in nome di Cristo e della Chiesa. E qui voglio fermarmi e chiedervi, per l’amore di Gesù Cristo: mai stancatevi di essere misericordiosi! Per favore! Abbiate quella capacità di perdono che ha avuto il Signore, che non è venuto a condannare, ma a perdonare! Abbiate misericordia, tanta! E se viene in voi lo scrupolo di essere troppo “perdonatori”, pensate a quel santo prete del quale vi ho parlato, che andava davanti al Tabernacolo e diceva: “Signore, perdonami se ho perdonato troppo. Ma se Tu che mi hai dato il cattivo esempio!”. E’ così… Ma io vi dico, davvero, a me fa tanto dolore quanto trovo gente che non va più a confessarsi perché è stata bastonata – male – sgridata; hanno sentito che le porte delle chiese gli si chiudevano in faccia! Per favore, non fate questo: misericordia, misericordia! Il buon pastore entra per la porta e la porta della misericordia sono le piaghe del Signore: se voi non entrate nel vostro ministero per le piaghe del Signore, non sarete buoni pastori.
Con l’olio santo darete sollievo agli infermi; celebrando i riti sacri e innalzando nella varie ore del giorno la preghiera di lode e di supplica, vi farete voce del Popolo di Dio e dell’umanità intera. Consapevoli di essere stati scelti fra gli uomini e costituiti in loro per attendere alle cose di Dio, esercitate in letizia e in carità sincera l’opera sacerdotale di Cristo, unicamente intenti a piacere a Dio e non a voi stessi.
E pensate quello che diceva Sant’Agostino dei pastori che cercavano di piacere a se stessi, che usavano le pecorelle del Signore come pasto e per vestirsi, per indossare la maestà di un ministero che non si sapesse che fosse di Dio. Infine partecipando alla missione di Cristo, Capo e Pastore, in comunione filiale con il vostro vescovo, impegnatevi ad unire i fedeli in un’unica famiglia per condurli a Dio Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo.
Abbiate sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire e per cercare di salvare ciò che era perduto.