Novembre, mese dei defunti. Meditazioni sul Purgatorio: CHI SOFFRE, è L’ANIMA!
Dio è spirito. Lo insegna la Bibbia e la ragione lo dimostra. Egli ha creato esseri spirituali (gli angeli), esseri materiali (l’universo che ci circonda) ed esseri composti di spirito e di materia (gli uomini). La presenza dello spirito (anima) nell’uomo è resa manifesta dalla sua intelligenza e dalla sua volontà, che sono due facoltà dello spirito.
Gli animali, i quali non hanno lo spirito, non ne hanno neppure le operazioni e il loro agire è riducibile all’istinto sensibile. L’anima è la parte spirituale dell’uomo, per cui egli vive, intende ed è libero, capace perciò di conoscere, amare e servire Dio. Che in noi ci sia un’anima spirituale, ce lo dice la Bibbia, il libro della parola di Dio all’uomo. Fin dalle sue prime pagine, infatti, ci fa sapere che egli fu fatto:
A immagine e somiglianza del Creatore (Gen 1,26).
Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita (lo spirito) per cui l’uomo divenne essere vivente (ib. 2,7). Gesù ci ammonisce: Non abbiate timore di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima (Mt 10,28). Poiché l’anima nostra è spirituale, essa è immortale, e perciò non muore con il corpo, ma vive in eterno. Soltanto la materia può perire.
Noi dobbiamo quindi avere dell’anima nostra la massima cura, perché è di noi la parte migliore e, solo salvando l’anima, saremo eternamente felici: Che gioverà all’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la sua anima? (Mt 16,26).
VUOI PREGARE ADESSO? Preghiamo i 100 Requiem per le anime dei nostri defunti. Non lasciamoli mai senza sostegno
Noi parliamo del Purgatorio e delle sue pene, perché vi si trovano «le anime» di coloro che sono morti.
Ad esse, vogliamo far giungere la carità del nostro fraterno aiuto. S. Tommaso afferma che questo stato dell’anima separata dal corpo, è una ragione in più per rendere alle Anime purganti terribilissima la pena del fuoco: sia perché, prive del corpo, sono molto più sensibili, sia perché tale pena, senza alcun impedimento fisico, le compenetra in tutto il loro essere.